Paris – France
Dalla terra alla luna
Distribuita su 2200 m2, la mostra Norman Foster al Centre Pompidou, la più grande dedicata a un architetto vivente, presenta in 130 progetti l’opera pletorica di un maestro dell’urbanistica sviluppata in sei decenni. Presente in 70 paesi, vincitore di più di 300 premi, a capo di un’agenzia di 1.500 persone, tra cui i più grandi ingegneri high-tech, l’immenso architetto ha ben meritato questa “futurspective”, dal viadotto di Millau ai progetti abitativi sulla luna, attraverso gli aeroporti trasparenti, i progetti più innovativi.

Al centro di tutti i suoi progetti, che combinano industria, tecnologia e natura, l’ecologia è all’origine di molti progetti innovativi. Apparsa dalla sua nascita, la questione ambientale e, più specificamente, l’integrazione degli edifici nel paesaggio sembra aver trovato il suo compimento nell’Apple Park, un grande edificio circolare che si estende su un parco di 71 ettari che accoglie 12.000 dipendenti, i cui tetti sono interamente coperti da pannelli fotovoltaici che garantiscono autonomia energetica mentre le tende da sole filtrano la luce naturale. Qui, come in molte altre realizzazioni (gli uffici IBM aperti alla natura, il Carré d’art di Nîmes che riflette il vecchio teatro antico, l’Ombrière nel vecchio porto di Marsiglia, ecc.), i confini tra interno ed esterno sono confusi.

Erede del pensiero di Le Corbusier (raccogliere per liberare spazio sul suolo), Foster considera l’architettura come un’entità (integrare sistemi con strutture), sia come punto fisso che come ingresso nel paesaggio. Da open space a sky dome, tetti di vetro e altre membrane traslucide, la penetrazione della luce appare come l’altro elemento fondamentale della sua grammatica architettonica. Scavata dall’interno, la Hong Kong and Shanghai Bank (1979-1986) articolata intorno a un gigantesco atrio e a un immenso esoscheletro rivoluzionerà così completamente la tipologia delle grandi torri.

Progettata secondo lo stesso concetto di “skin and bones” (da Mies van der Rohe) spostando la struttura verso l’esterno in modo da creare un involucro aperto, in interazione con l’esterno, la cupola in vetro e acciaio progettata nel 1999 per coronare il Reichstag, come quello della Great Court del British Museum (1994-2000), mira a “massimizzare la presenza della luce” ma anche, nel caso del Reichstag, a integrare tecnologie all’avanguardia che consentano di ventilare naturalmente il struttura e risparmiare energia. Una preoccupazione costante presente anche nei progetti di habitat sulla luna (2012-2015) utilizzando la regolite (terra lunare) e riproducendo la struttura alveolare dell’osso per creare una cupola isolante che protegge i potenziali habitat dalle radiazioni cosmiche, dalla sottigliezza dell’atmosfera e dalle forti temperature fluttuazioni…
« Norman Foster »
Fino al 7 agosto
Centre Pompidou
Place Georges-Pompidou, Paris 4e
centrepompidou.fr
Stéphanie Dulout