Sud Africa
L’artista e fotografa sudafricana sonda la psiche femminile attraverso i temi della gravidanza, dei cambiamenti relazionali madre-figlia, dei sogni, della paura e della morte.
“La tua visione diventa chiara solo quando guardi dentro il tuo cuore. Chi guarda fuori, sogna. Chi guarda dentro, si sveglia”. Questa citazione di Carl Gustav Jung rappresenta in definitiva tutto il lavoro di Stefanie Langenhoven. Questa fotografa d’arte sudafricana si concentra dal 2015 sulla psiche umana e in particolare sul concetto di femminilità e sulla sua rappresentazione nella società.


Questa diplomata in design della comunicazione, delle belle arti e della fotografia alla Open Window School of Visual Communication di Pretoria (sua città natale) dà così voce al femminile. Le sue immagini artistiche, sia crude che sensuali, sfidano le fantasie veicolate e stigmatizzate dal patriarcato. Attraverso le sue serie, cerca di mettere in discussione il modo in cui le donne si percepiscono, si identificano, si formano.
Mettere in discussione i precetti
La fotografa esplora le nozioni dell’Anima (la rappresentazione femminile all’interno dell’immaginazione umana) e dell’Anima Mundi che, secondo diversi sistemi di pensiero, è una connessione intrinseca tra tutti gli esseri viventi, allo stesso modo in cui l’anima è correlata al corpo umano.

“Le mie fotografie esprimono l’interiorizzazione dell’oggettivazione e l’idealizzazione distorta del corpo femminile”, spiega. “Voglio sapere come l’immagine di sé e del corpo così come la sua percezione vengono distorti dal riflesso di questa società ossessionata dall’aura femminile. Spero di toccare l’intangibile e permettere all’immaginazione di trovare spazio, non solo per vedere e nutrirsi di un’immagine, un’idea o una credenza, ma anche per essere attratta, sentita e scoperta”.
Andare all’interno
La sua carriera si completa con studi in psicoterapia integrativa e transpersonale presso il Centre for Counseling and Psychotherapy Education di Londra. Questa esperienza le ha permesso di approfondire il suo lavoro fotografico. Nel 2021, ha vinto il premio Female in Focus dal British Journal of Photography per la sua personale e abbagliante serie “Avatãra”, incentrata sulle sue esperienze di gravidanza e aborto spontaneo.


Una ricerca che continua con “An Octopus has Three Hearts” e “Cocoon”. Con “Sacred Feminine”, sonda il femminile come archetipo e il corpo come imperfezioni perfette. Perché entrambi devono essere sacri e celebrati in modo naturale e autentico. Per “Siamese Soul”, esamina i cambiamenti nel rapporto madre-figlia nel tempo; uno sguardo alla sorellanza attraverso l’imprevedibilità della vita.


Per quanto riguarda “Postpartum Self portrait”, viene messo in scena, concentrandosi sugli effetti fisici e mentali dell’allattamento al seno. Il portfolio di Stefanie Langenhoven è una radiografia della psiche umana ricca di sensazioni e immaginazione.
Nathalie Dassa





