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Idee curve, forme libere

© Stephane Aboudaram/ WeAreContent(s) – Courtesy of Château La Coste

Distribuiti raso pavimento, e persino sulle pareti dagli anni ’90, i tappetini di Pierre Paulin diventano un tutt’uno con lo spazio e si diffondono attraverso di esso. Ricordano i tappeti da giardino orientali e i tatami giapponesi, i cui utilizzi il designer scoprì nel 1970 durante un viaggio a Osaka e poi in India, ma anche il sogno di un tappeto volante modulare (testimoniato da un disegno realizzato nel 1966), questi pezzi ibridi di mobili hanno dato forma a uno spazio abitativo “fluttuante” e a un nuovo stile di vita occidentale all’orizzontale…

Composti da un telone di tela rivestita e da un tappeto di lana, i loro angoli rialzati che formano gli schienali creano un ambiente a tutti gli effetti. Declinati a partire dal 1972 secondo una griglia geometrica basata sul principio dell’origami, sono gli elementi essenziali del Programme Pierre Paulin rimasto allo stato progettuale fino al suo lancio nel 2014, ovvero cinque anni dopo la morte del suo ideatore.

© Stephane Aboudaram/ WeAreContent(s) – Courtesy of Château La Coste

Dopo la Villa Lemoine, iconica casa-scatola modernista costruita nei pressi di Bordeaux dall’architetto olandese Rem Koolhaas, poi la bianca Casa Yukigaya di Yoshio Taniguchi a Tokyo, è nel sinuoso edificio progettato dal celebre architetto brasiliano Oscar Niemeyer per lo Château La Coste, in Provenza, dove sono esposti i pezzi immaginati tra il 1969 e il 1972 come parte di questo programma residenziale modulare.

“Paesaggio vivibile”

Permettendo a ciascuno di “essere l’architetto del proprio interno” combinando i diversi elementi secondo i propri desideri e bisogni e offrendo molteplici configurazioni, questo mobile modulare crea un “paesaggio vivente” casuale, ondulato e in movimento. Uno spazio abitativo su misura che promuove una nuova arte dell’abitare, di cui sei modelli mostrano le possibili configurazioni dei moduli, mentre in mostra è presentato il Modello 5 del Programme Paulin.

Le linee ondulate del padiglione Niemeyer rispondono alle “forme libere e sensuali” immaginate da Paulin per decompartimentare lo spazio. Oltre ai sistemi di scaffalature modulari, dal Carpet Seat (1968) ai moduli organici del Dune Ensemble (1970), i pezzi testimoniano la visione dello spazio eminentemente moderna e non statica di Paulin: come un gigantesco origami, il pavimento si piega e si articola per farci sedere…

Tra gli altri pezzi di punta del Programma, ricordiamo anche il famoso divano Big C e la sua poltrona abbinata o la Moon Table dalle irresistibili linee curve.

Château La Coste
2750 Route de La Cride
13610 Le Puy-Sainte Réparade 

www.chateau-la-coste.com 

Stéphanie Dulout