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Germania – Basilea

Dopo gli studi di design alla scuola di Basilea, Christian Vogt si è dedicato alla fotografia negli anni ’60, diventando assistente del famoso fotografo americano Will McBride. Durante la sua carriera, l’artista è stato premiato con numerosi premi, tra cui quello della Triennale Internazionale della Fotografia di Friburgo nel 1975, ma anche quello del Kulturpreis der Stadt Basel sedici anni dopo.

© Christian Vogt

Attraverso l’occhio fotografico di Christian Vogt si svela un’intimità. Lo spettatore è come un attore nelle scene fotografiche catturate attraverso l’obiettivo del fotografo. In bianco e nero o a colori, gli scatti dell’artista catturano con malinconia lo scorrere del tempo. Li paragona persino agli haiku, brevi poesie giapponesi. Su stampe a carboncino e argento, l’artista ferma il tempo di un momento passato.

Fanatico del dettaglio, Christian Vogt sottolinea non l’immagine in quanto tale, ma la storia che suscita. Qui, la percezione della realtà viene messa in discussione. Il desiderio è uno dei motori principali del suo lavoro. A lungo paragonato a un fotografo di nudo, l’artista non rivela semplicemente una nudità esacerbata, ma il linguaggio e il significato che essa evoca.

© Christian Vogt

I suoi lavori fotografici Self Release, Self Release, About the price of freedom of not belonging anywhere o Slip ne sono l’esempio perfetto. Lentiggini su un viso pallido, schiena arcuata, intimità svelata… Gli scatti di Christian Vogt rivelano un’utopia della realtà che diventa quasi illusoria.

L’artista Christian Vogt è rappresentato in Francia dalla Galleria Ester Woerdehoff.

Marine Mimouni