[wpml_language_selector_widget]

Stati Uniti – Hollywood

Con Margot Robbie e Ryan Gosling, Barbie è il film dell’estate 2023 – in competizione, in un genere radicalmente diverso, con Oppenheimer di Christopher Nolan. Chi avrebbe creduto dieci anni fa che questo film da 100 milioni di dollari sarebbe stato diretto da un’icona del cinema indipendente, Greta Gerwig?

© Barbie – Greta Gerwig

Poco più di dieci anni fa Greta Gerwig fa irruzione sullo schermo come attrice. In Frances Ha (2012), diretto dal marito Noah Baumbach interpreta una giovane donna alle prese con l’amore e le finanze in una grande città. Molti spettatori si riconoscono in questo ritratto tenero e divertente, girato in bianco e nero. Alcuni cinefili lo avevano comunque già individuato come figura di spicco del movimento “mumblecore” – questi film un po’ a basso costo, essenzialmente costruiti sui dialoghi (“to mumble” significa “borbottare”), in uno spirito che può evocare John Cassavetes. Greta Gerwig esordisce così con ruoli su misura come apprendista attrice e sceneggiatrice in Baghead dei fratelli Duplass (2008), o come giovane adulta pronta a entrare nel mondo del lavoro in Hannah takes the stars di Joe Swanberg (2007). È con questo regista che scriverà e co-dirigerà il suo primo film – che interpreta anche con Swanberg, Nights and Weekends (2008) che racconta la storia della relazione a distanza di una coppia in cui lui vive a Chicago e lei A New York.

© Barbie – Greta Gerwig

Mentre mette un piede in un cinema più “mainstream” (Sex Friends di Ivan Reitman nel 2011, To Rome with love di Woody Allen nel 2012), il suo incontro con Noah Baumbach nel 2010 è l’inizio di una ricca collaborazione: gira in quattro film di suo marito e come co-sceneggiatori di due sceneggiature, tra cui Frances Ha. Dopo il 2016, mette da parte la sua carriera di attrice – a parte un ruolo in Rumore bianco di Noah Baumbach trasmesso nel 2022 su Netflix, e una voce in L’isola dei cani (2018) di Wes Anderson, un caro amico della coppia. D’ora in poi lavora soprattutto come sceneggiatrice e regista.

© Barbie – Greta Gerwig

Se nei suoi ruoli l’abbiamo conosciuta spesso nei panni di una newyorkese, Greta Gerwig è di Sacramento, nel nord della California. Una giovinezza trascorsa tra liceo cattolico e aspirazioni artistiche, sogni di teatro e università della East Coast (finirà per studiare a Banard, New York). Un’adolescenza che racconta con malinconia nel suo autobiografico Lady Bird (2017), primo lungometraggio che ha scritto e diretto da sola. Nel 2019, quando esce nelle sale il suo nuovo film, un adattamento molto commovente e ambizioso de Piccole donne, la regista viene chiamata a prendere le redini di un progetto già in lavorazione da quasi dieci anni: un adattamento live-action del mondo delle bambole Barbie. Nominata all’Oscar per Lady Bird, Greta Gerwig è diventata una delle cineaste americane più in vista della sua generazione, capace di proporre un discorso in sintonia con le preoccupazioni della società secondo Me-Too.

© Barbie – Greta Gerwig

Gli studi se la contendono. In compagnia di Noah Baumbach, ingaggiato come co-sceneggiatore – i ruoli sono invertiti – Greta Gerwig si è messa a scrivere Barbie durante il lockdown, affermando di beneficiare di una “libertà totale”. Allo stesso tempo, per la Disney, lavora alla sceneggiatura di un adattamento live action di Biancaneve, diretto da Marc Webb ((500) giorni insieme, The Amazing Spider-Man), la cui uscita è prevista per marzo 2024. L’incontro di un’icona del cinema indipendente con Hollywood, per il meglio? La risposta al cinema dal 19 luglio.

Barbie

Al cinema dal 19 luglio

Pierre Charpilloz