Dopo diversi anni di assenza, dopo film poco visti e non sempre apprezzati dalla critica (I bei giorni di Aranjuez nel 2016, Submergence nel 2017), il 2023 sembra segnare il grande ritorno del regista di Paris, Texas.

Prima c’è stato il Festival di Cannes. Evento raro, quest’anno il regista ha presentato due film. Un documentario, prima di tutto, dedicato all’artista visivo Anselm Kiefer, suo connazionale e coetaneo. Dopo il fortunatissimo Pina, dedicato alla coreografa Pina Bausch nel 2011, ecco Anselm. Girato di nuovo in 3D, questo film, la cui uscita in Francia è prevista il 18 ottobre, utilizza sapientemente l’immagine cinematografica per raccontare un’altra forma d’arte. Uno scatto panoramico rivela un laboratorio nella periferia parigina. Ci sono dipinti contro ogni parete ed è difficile stimare le dimensioni dello spazio fino a quando l’artista stesso non entra in campo, spingendo un’opera e poi inforcando una bicicletta, lui stesso minuscolo di fronte a questi dipinti monumentali. Quale artista ha bisogno di una bicicletta per spostarsi nel suo studio? Lo stesso artista che, più avanti nel film, ha bisogno di una gru elettrica per scrivere in inglese su un muro “l’insostenibile leggerezza dell’essere”: Anselm Kiefer. E chi altro può osservarlo con rispetto, grandezza e umorismo se non Wim Wenders?


Lato finzione, Perfect Days, che ha fatto vincere al suo attore principale, il giapponese Koji Yakusho, il premio come miglior attore a Cannes, uscirà il 29 novembre. Wim Wenders racconta con tenerezza e malinconia la quotidianità di un addetto alle pulizie a Tokyo. Mai miserabilista, Perfect Days è un grande film di profonda umanità scandito dalla famosa ballata di Lou Reed.


Se continua quindi a essere un regista molto attivo, a 77 anni Wim Wenders è anche celebrato come non mai. C’è innanzitutto una mostra a Rencontres de la Photographie di Arles, basata sulle Polaroid utilizzate per le riprese di L’amico americano (1977). Scopriamo ritratti molto belli di Dennis Hopper e Bruno Ganz. Poi, il prossimo ottobre, il Premio Lumière, che gli verrà assegnato in occasione dell’omonimo Festival, celebrando “un cineasta itinerante, un virtuoso polimorfo e visionario che non ha mai smesso di reinventarsi e ha avuto mille vite”. Infine, come collegamento tra questo grandioso passato e questo promettente futuro, Chambre 999 di Lubna Playoust uscirà nelle sale il 25 ottobre. Si tratta di un remake di un classico del regista tedesco, Chambre 666. Nel 1982, in occasione del Festival di Cannes, Wim Wenders aveva affittato una suite al Martinez per intervistare molti cineasti sul futuro del cinema. Ieri come oggi, nell’era della televisione e poi delle piattaforme, c’è chi è preoccupato, poco fiducioso sul futuro. Ad ogni modo, per Wim Wenders, vogliamo crederci.
