Francia – Parigi
C’è qualcosa di palpitante nelle fotografie di Simone Kappelle, qualcosa di molto vivo. Immagini troncate, sfocate, inquadrature strette molto cinematografiche, colori inaspettati a volte un po’ sbiaditi che evocano vecchie fotografie… Lontani dalla “bella immagine” levigata e sapientemente composta, i suoi scatti sembrano essere il frutto di una ricerca di immediatezza.

Nata nel 1952 a Frauenfeld, in Svizzera, Simone Kentendre ha esplorato dal 1970 tutti i tipi di tecniche fotografiche equipaggiata con una Hasselblad, una Leica, una Fujiflex, una Polaroid o una macchina fotografica usa e getta, utilizzando pellicole scadute o infrarossi e da poco il cianotipo… È in questo approccio sperimentale e poetico che coglie in volo pezzi di vita e di corpo: una schiena nuda di fronte a un paesaggio montano “colorato” (Painted desert, 1981), una nuca in una macchina, un volto di bambino incuriosito dietro un vetro, una Cadillac immortalata all’imbrunire a Beverly Hills, un volto capovolto monumentalizzato da un’inquadratura stretta dal basso…


Proprio come i fiori di cui cattura le ombre, tutto sembra vibrare e muoversi, a volte i corpi sembrano addirittura sfuggirgli. Quello che sta cercando è “prendere il vivo”… Lo dimostra la sua serie di fotografie scattate durante un viaggio negli Stati Uniti nel 1981, recentemente riscoperte, che ci immerge in un universo di sensazioni, una visione intima degli Stati Uniti Stati prima di Internet e dei cellulari…


STÉPHANIE DULOUT
Simone Kappelle è rappresentata dalla Galleria Ester Woerdehoff
36, rue Falguière, Parigi XV