Portogallo – Melides

La vita all’aria aperta, i viaggi, l’architettura. Tre discipline che hanno spinto Sofia e Miguel Charters a lanciare Pa.te.os, un hotel situato sulla costa meridionale del Portogallo, non lontano dal villaggio di Melides, su una proprietà di 80 ettari, popolata da querce da sughero, pini, ulivi, corbezzoli, erbe aromatiche, ma anche viti.

Oltre alle sue incredibili viste sull’Oceano Atlantico, questo luogo ideale per staccare dalla frenesia della vita quotidiana, propone una reinterpretazione delle tradizioni locali. In particolare attraverso il concetto di patio (come suggerisce il nome), di influenza araba, quasi onnipresente nelle architetture del sud Europa, ma anche offrendo una nuova versione della “casa alentejana”, tipica della regione dell’Alentejo. Un progetto reso possibile grazie al talento dell’architetto Manuel Aires Mateus, il cui linguaggio contemporaneo è riconoscibile negli spigoli vivi che ornano i quattro edifici dell’hotel, realizzati in cemento a vista, legno e pietra.

“Vogliamo che i nostri ospiti vedano, capiscano e sentano la verità in questo progetto.

Senza artifici nascosti, Pa.te.os riflette l’autenticità dei materiali senza che questo vada a discapito del comfort e della funzionalità, con l’obiettivo di offrire una vera e propria esperienza sensoriale” spiegano i fondatori.

“Create come opere d’arte nell’immensità del territorio” specificano, Pa.te.os intende anche integrare la natura all’interno dello spazio abitativo. L’esterno si estende verso l’interno, pur mantenendo comfort e privacy.

Progettate rispettando la topografia del luogo, le quattro case dispongono di una raffinata decorazione d’interni che dà il posto d’onore a materiali naturali come il legno, tutti in tonalità neutre e terrose, esaltati da alcuni pezzi di design italiano e scandinavo. L’artista portoghese Olga Sanina è stata invitata a firmare quattro opere, una per ogni casa che rappresentano le quattro stagioni, realizzate con il fogliame raccolto nella proprietà. Un inno alla natura da scoprire senza indugio.

Lisa Agostini