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LE PORTE DEL POSSIBILE, Arte & Fantascienza

“La fantascienza è l’agente sovversivo del dubbio […] Sotto la copertura dell’anticipazione, ci illumina sugli attuali sviluppi e sulle tendenze della società e della scienza, porta la speranza per un mondo rincantato dal potere della nostra immaginazione e ci fa sognare di trasformare l’utopia in realtà”.  1

© Aïda Muluneh. Used with permission. Commissioned by Water Aid
© sandy_skoglund_radioactive_cats_1980

Dal Radioactive Cats verde fluo di Sandy Skoglund all’uomo che dorme in un bagno turchese elettrolitico di Tishan HSU (Breath 4, 2021), passando per le “interazioni simbiotiche” uomo-vegetale di Castellanos & Valverde, il Centre Pompidou-Metz ci invita a aprire le Porte del Possibile attraverso più di duecento opere che testimoniano la crescente attrazione esercitata dalla fantascienza sulle arti visive dalla fine degli anni ‘50 ai giorni nostri.

© Kevin McGloughlin
© fabrice_monteiro

Una mostra fortemente sovversiva ma soprattutto prospettica che controbilanciano le distopie care al genere con le utopie transumaniste o ecologiste delle tendenze più recenti del biopunk o del solarpunk che considerano la fantascienza come strumento di emancipazione e riconnessione con il vivente più che come fuga – nello spazio o nel cyberspazio.

© Mathieu Briand / © Adagp, Paris 2022 / Photo © Célia Pernot
© Zanele Muholi. Courtesy of the artist, Yancey Richardson, New York,and Stevenson Cape Town/Johannesburg

Così, se Fabrice Monteiro nella sua serie Prophecy fa sorgere da una montagna di spazzatura una strega gigantesca simile a un’erinne che rimprovera contro i fumi neri, Max Hooper Schneider con il suo Estuary Holobiant intronizza un “super-organismo macchinico”, “coorte di microrganismi” post-apocalittico che attesta il potere dei viventi e appare come una promessa di resurrezione, mentre il duo Castellanos & Valverde, con i loro sensori di vibrazione vegetali indossabili2 che rivisitano “l’uomo-macchina” – per “progettare un nuovo tipo di interfaccia tra il corpo umano e piante” – lascia intravedere una possibile rigenerazione. Da lì a promettere “il migliore dei mondi possibili”… “Dobbiamo coltivare il nostro orto”, ribatte Candido a Pangloss che gioisce per il felice esito delle loro folli peregrinazioni alla fine del racconto filosofico di Voltaire. Prendiamo il seme e apriamo quindi Le Porte del possibile

© konrad_klapheck_der_krieg_la_guerre_1965
© jeannette_ehlers_black_bullets_2012

STÉPHANIE DULOUT

  1. Laurent Lebon e Chiara Parisi (rispettivamente presidente e direttrice del Centre Pompidou-Metz) nella prefazione del catalogo.   
  2. Symbiotic-Interaction (Wearable), 2016-2017

LE PORTE DEL POSSIBILE Arte & Fantascienza

Centre Pompidou-Metz, 57000 Metz

www.centrepompidoumetz

Fino al 10 aprile