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LE IMMAGINI SURREALISTE DI MICHAL ZAHORNACKY

Slovacchia – Povazska Bystrica

Il fotografo slovacco esplora le molteplici possibilità della ritrattistica e dell’architettura in scatti dove l’arte concettuale e il surrealismo si impongono tra colore e bianco e nero.

© Michal Zahornacky
© Michal Zahornacky

Michal Zahornacky colloca la sua opera tra realtà e finzione. L’eclettismo delle sue immagini ci invita a narrazioni visive altamente fantasiose. Originario di Povazska Bystrica in Slovacchia, questo amante della fotografia da sempre ha costruito la sua carriera da autodidatta, trovando la propria strada sperimentando il mezzo secondo i suoi desideri e le sue ispirazioni. Da una decina di anni, i suoi soggetti variano da una serie all’altra, mostrando la portata delle sue ambizioni e capacità. Nei i suoi temi preferiti, il trentenne esplora l’identità, i corpi, l’architettura, le fotografie subacquee. I suoi ritratti si combinano sempre con una metafora specifica in un ambiente stilizzato. Perché quello che gli piace è giocare con le aspettative del pubblico, lasciandolo osservare e interrogarsi su ciò che sta guardando.

© Michal Zahornacky

Abbattere gli stereotipi

Il suo lavoro poliedrico ci trasporta così in luoghi onirici, persi nelle brughiere nebbiose (Emotions II). O chi gioca con il movimento dell’acqua, deformando sagome e volti per contrastare i dettami della società e mostrare tutta la bellezza dell’imperfezione (Curves). O chi rimodella l’architettura con forme geometriche e motivi sovrapposti e ripetitivi, alludendo all’atmosfera soffocante della pandemia (Close). La maggior parte delle sue fotografie evita manipolazioni di editing digitale, svolgendo un meticoloso lavoro creativo tra ombre e luci nel suo studio. “Mi piace la luce naturale”, spiega “Ho grandi finestre che mi permettono di usarla il più spesso possibile. Anche se a volte uso anche luci stroboscopiche, ma mai all’esterno”. Il suo lavoro, che gli è valso numerosi premi e mostre in tutto il mondo, rimane una ricerca insaziabile per mostrare un’altra forma di bellezza.

© Michal Zahornacky
© Michal Zahornacky

Nathalie Dassa