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PRIMA DELLA TEMPESTA                                     

“Paesaggi instabili, colti in un girotondo desincronizzato del tempo [che figura] con nuovi ecosistemi in cui il visitatore è invitato a immergersi”1: queste sono le opere che la Collezione Pinault ci invita a sperimentare alla Bourse de Commerce nel suo nuovo viaggio iniziato “sullo sfondo del cambiamento climatico, nell’emergenza del nostro presente come nell’occhio di un ciclone”.

 

© Hicham Berrada – ADAGP, Paris, 2023 Courtesy Hicham Berrada – kamel mennour

Giardini oscuri e aree oscure, “biotopi in mutazione” e “micro-territori in gestazione” ci immergono nelle lande desolate della postmodernità, molto lontane dai nostri paradisi perduti…

© Pierre Huyghe / ADAGP, Paris, 2023. Courtesy Pierre Huyghe / Marian Goodman Gallery, New York / Hauser & Wirth, London / Esther Schipper, Berlin / Anna Lena Films, Paris.

Nel cilindro di cemento della rotonda sono cresciuti gli alberi di stampelle di Danh Vo. Rami sradicati dalle tempeste che rappresentano tutta la “degradazione del mondo”. Un “inferno verde” che potrebbe evocare quelli “da estirpare” durante la guerra del Vietnam. Non lontano, Chernobyl di Diana Theater “ci fa entrare in un paesaggio irradiato, teatro apocalittico e radioattivo” che mescola la bellezza e la tossicità di una natura contaminata filmata nella zona di alienazione altamente radioattiva di Chernobyl, mentre Presagio di Hicham Berrada ci immerge in un paesaggio visivo mutante: filmato in tempo reale, il degrado dei metalli immersi in un acquario sotto l’azione di sostanze corrosive disegna un caos di forme deliquescenti: un ipnotico balletto metamorfico.

© Tacita Dean. Courtesy Tacita Dean Marian Goodman Gallery New York/ Paris; Frith Street Gallery, London / Photo Fredrik Nilsen Studio .

Non meno destabilizzante, il pezzo sonoro di Dominique Gonzalez-Foerster fa risuonare nella scalinata il suono di una pioggia tropicale invisibile come la catastrofe climatica annunciata. Un altro caos, “sito entropico dove il suolo si solleva, dove residui industriali contaminano la terra, dove frammenti di asfalto soffocano la vegetazione mentre alberi sradicati si decompongono nel fango”, il Chemin en friche (A Way in Untilled) di Pierre Huyghes girato in un parco a maggese a Kassel ci proietta in un fangoso mondo distopico infestato da cani dalle zampe fucsia e disseminato di piante gialle e malva che sembrano preannunciare un nuovo tipo di germinazione e impollinazione e aprire la prospettiva di una nuova era post-umana. Nessun uomo neanche nelle piccole vedute, minuscoli paesaggi sospesi che racchiudono nei loro sfumati tossici e nelle loro velature un “possibile svenimento”.

© Pierre Huyghe / ADAGP, Paris, 2023. Courtesy Pierre Huyghe / Pinault Collection

Stéphanie Dulout

  1. Citazioni di Emma Lavigne, curatrice della mostra, tratte dal catalogo.

Bourse de Commerce – Pinault Collection

2, rue de Viarmes, Parigi I

www.pinaultcollection.com

Dall’8 febbraio