[wpml_language_selector_widget]

Partager l'article

Vincent Ferrané, l’essenza dell’essere

Il fotografo trasferitosi a Parigi indaga l’intimo e il quotidiano, l’umano e il frammento dei corpi, l’interiorità e gli interni in una costante reinterpretazione della realtà tra sensibilità e simbolismo.

Il linguaggio visivo di Vincent Ferrané colpisce a prima vista. Non solo per ciò che mostra nelle sue immagini, ma per ciò che significano. Questo virtuoso di Créteil ha intrapreso dapprima studi scientifici per diventare odontoiatra prima di cambiare percorso a metà degli anni 2000. Da allora, l’artista che quest’anno festeggia i suoi cinquant’anni si è creato una carriera al tempo stesso discreta e notevole, realizzando reportage per la stampa periodica (The New Yorker, Libération, Le Monde, Les Inrocks, Télérama). Il suo lavoro personale si rivela tanto ricco quanto le sue commissioni editoriali.

Attraverso la sua ricerca approfondita dell’umano, dell’intimo, del quotidiano e delle vicissitudini della vita, Vincent Ferrané ha pubblicato diverse opere, pubblicate da Libraryman: Milky Way (ritratti della sua compagna Armelle che allatta loro figlio), Every-Day (transgender o persone non binarie, senza classificazione o menzione), Iconografia, Iconography, XXV figures of Jeanne Damas (studio dei canoni di bellezza e dei canoni estetici) o anche Visitor (artiste al lavoro nel loro studio). 

Esperienze incarnate

Nel suo lavoro più recente, Vincent Ferrané firma il suo nuovo saggio fotografico, Inner, che ci immerge nel suo appartamento parigino durante il lockdown. Anche in questo caso, i suoi scatti intimi della vita domestica e della sua compagna esplorano il corpo in movimento, sia vestito che nudo. “Guardando queste immagini fatte di frammenti di un corpo, di un volto e di gesti quotidiani che un sole permanente ritaglia e include in una stanza di uno spazio abitativo, capiamo che è una questione di interiorità, di interiorità e di intimità che può essere condivisa con qualcuno” spiega.

Con la sua serie Embeded, mette il suo talento al servizio degli Hôtels Amour, che sviluppano progetti con il mondo creativo. Nel 2023 la catena alberghiera ha lanciato un ciclo di residenze con il tema dello sguardo sulla città, il corpo e l’orizzonte. In collaborazione con la performer Pauline Lavogez, Vincent Ferrané dà qui la sua visione sempre più singolare all’interno dello spazio ristretto di un letto, trasformato in un palcoscenico minimalista e performativo. “Le arti dell’effimero, della performance coreografica e del pensiero fotografico convergono per inventare le notazioni in cui il tempo è sia soggetto che materia, rivelandosi come incarnazione del corpo in movimento”.

Nathalie Dassa

vincentferranephotography.com

Francia – Parigi