Dare alla vita quotidiana delle piccole città inglesi e della classe media la dolce poesia di una canzone d’amore o di un dramma malinconico, questo è ciò che propone il lavoro del fotografo Ian Howorth. Fotografo documentarista, residente a Brighton e di origini peruviane da parte di madre, è con questo sguardo tra due culture che costruisce il suo lavoro. I suoi libri, da Arcadia pubblicato nel 2019, a A Country Kind of Silence del 2023, portano con sé la malinconia solitaria e silenziosa di un osservatore coinvolto.
L’artista presenta il proprio lavoro affrontando temi di identità e cultura. A prima vista, però, è una sensazione di intimità quella che nasce davanti alla sua opera, l’intimità del riconoscimento, di un luogo che si potrebbe facilmente considerare proprio: i dettagli di un seggiolino per auto, un giornale appoggiato sulle panchine di una lavanderia a gettoni, un angolo di una vasca da bagno dai colori vivaci… Tutto, però, sembra leggermente indietro. L’obiettivo della macchina fotografica si posiziona come un osservatore silenzioso e ci costringe ad assumere questo stesso ruolo. Luci e colori vengono utilizzati in modo intelligente per aiutare le immagini a comunicare. In Arcadia, il blu di un corridoio esterno o le vistose luci al neon di un bancone del Bingo offrono la speranza di un altrove, quando la sagoma rosa di un velo sulla spiaggia accentua la presenza solitaria di un residente. In A Country Kind of Silence, le cabine telefoniche devastate si trasformano in una foresta luminosa. Immagini che sembrano raccontarci pezzi di storia intimi e personali.
Questa ambiguità tra riconoscimento e ritiro è forse il modo in cui si esprime la ricerca di identità del fotografo. Un modo di appropriarsi dei luoghi attraverso le immagini, di scoprirvi risonanze personali, di confrontarsi con la propria immaginazione, il tutto supportato da titoli evocativi.
Ana Bordenave
Inghilterra – Brighton