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Ode al patrimonio architettonico dell’Arizona

I fondatori di The Ranch Mine, con sede a Phoenix, creano esperienze di vita sostenibili, vivaci e originali in Arizona per continuare a far risuonare lo spirito pionieristico del loro Stato natale.

“Honor the past, challenge the norm, and inspire the future”. Questo è lo slogan che Cavin e Claire Costello rivendicano sin dalla creazione del loro studio di architettura nel 2010. La singolarità del duo di The Ranch Mine? Aver esplorato la storia, le radici e il patrimonio architettonico della loro Arizona in una traversata durata sette mesi, attraversando paesaggi desertici, montagne rocciose, riserve indiane, tipici ranch, produzioni agricole, antiche attività minerarie… Ciò che n’è emerso è stato questo eterno “spirito pionieristico” del West americano. “È ancora vivo e vegeto oggi tra molti di noi pionieri moderni”, spiega il tandem, “e serve come ispirazione per continuare a viaggiare verso l’ignoto per creare esperienze di vita originali e diverse”. I loro progetti riflettono questa visione duratura, come i design O-asis e White Dates.

Per amore del deserto

Il primo si trova sul lato nord della riserva di montagna della città di Phoenix, nel cuore di un quartiere nativo isolato dalla vita cittadina. O-asis è una casa intelligente, alimentata dall’energia solare. I fondatori l’hanno progettata per sfruttare la bellezza senza tempo del deserto tra sole, fauna e flora. La dimora è quindi circondata da piante autoctone dell’arido paesaggio di Sonora. La topografia è stata affinata ed esagerata, collegando le aree di drenaggio naturale e l’habitat, fornendo allo stesso tempo una certa privacy. La casa è inoltre protetta da una recinzione “a forma di serpente a sonagli in acciaio arrugginito e rifinita in stucco bianco con nicchie in legno incassate”.

Nel cuore della casa, un cortile centrale invita la luce naturale e l’aria fresca, ornata da piante, che funge da galleria d’arte. Nello spazio abitativo, le vetrate retrattili convogliano la brezza fresca, sfumando i confini tra interno ed esterno. L’ampia sala è realizzata in noce, supportata da feltro acustico che permette al proprietario, pianista amante della musica, di godere di un suono di qualità. Nelle vicinanze, una yoga shala, con pavimento in sughero, si estende nel deserto. Per quanto riguarda la suite principale, è limitata alle dimensioni del letto della camera da letto per sfruttare al meglio lo spazio per il bagno di ispirazione spa. Se tutto può essere controllato in modalità wireless (luci, altoparlanti, tapparelle, serrature, telecamere), la piscina completa la bellezza di questa tranquilla oasi dell’Arizona.

Largo alla mid-century moderne

La seconda è la ristrutturazione della White Gates, un’iconica villa di Phoenix, progettata da Al Beadle nel 1954 e lasciata vacante per molti anni. Gli architetti hanno dovuto affrontare la sfida sia di onorare l’eredità che di aggiungere un nuovo capitolo. La casa prende così il nome White Dates, tratto da un’opera teatrale su questa icona architettonica e le sue porte bianche. Il duo attinge qui allo stile moderno della metà del secolo. In particolare con la palma da dattero, piantata al centro della tettoia triangolare che rimanda all’ingresso del leggendario municipio di Albert Frey a Palm Springs.

Il design degli interni è stato determinato dalla vista della leggendaria Camelback Mountain. L’ampia sala, dotata di porte in vetro, si apre su diversi patii per un’armoniosa vita interna ed esterna. Quello davanti alla casa è quello più legato alla mid-century moderne, con questi blocchi di cemento che nascondono la strada e restringono la vista sulla montagna. Per quanto riguarda la decorazione degli interni, gli architetti hanno utilizzato il motivo delle foglie di palma da dattero, pur mantenendo una tavolozza sobria (pavimenti in cemento, intonaco nel bagno, noce e quercia bianca per i mobili) per una vera simbiosi con l’ambiente ancestrale del deserto.

Nathalie Dassa

theranchmine.com

Stati Uniti – Arizona