[wpml_language_selector_widget]

Partager l'article

BERTRAND BONELLO, CINEASTA ROMANTICO

Regista-musicista, cineasta letterario e pittorico, Bertrand Bonello traccia da venticinque anni un percorso unico nella storia del cinema francese, dove la libertà della Nouvelle Vague si fonde con lo stile dei pittori tedeschi e dei poeti inglesi.

Abbiamo scoperto Bertrand Bonello, cineasta romantico dallo sguardo da artista maledetto, alla fine degli anni ‘90, al Festival di Berlino. Il regista, che viene volentieri descritto come il rappresentante di una nuova generazione di cinema d’autore, ha presentato Quelque chose d’organique (1998), il suo primo lungometraggio. La storia di un amore viscerale, quasi animale, tra Romane Böhringer e Laurent Lucas. Bertrand Bonello ha poi proseguito l’esplorazione di un cinema carnale con il suo secondo film, Le Pornographe (2001) dove, dietro il ritratto di un anziano regista pornografico, si nasconde un’altra storia, quella dei teneri ma difficili rapporti tra un padre (Jean-Pierre Léaud) e il figlio (Jeremie Rénier).

Seguirono diversi anni durante i quali il regista, pur continuando a filmare assiduamente, rimase confinato ai margini cinematografici, vicino ad un cinema quasi underground. Ricordiamo in particolare un cortometraggio su Cindy Sherman con Asia Argento, Cindy: The Doll is Mine (2005), o De La Guerre (2008), l’ultimo film di Guillaume Depardieu uscito durante la vita dell’attore.

È con L’Apollonide, souvenirs de la maison (2011) che Bertrand Bonello si fa conoscere al grande pubblico. Selezionato in concorso al Festival di Cannes e apprezzato quasi all’unanimità dalla stampa, il film racconta la vita quotidiana di un bordello d’alta moda nella Parigi del 1900 con un cast di stelle del cinema d’autore francese (Adèle Haenel, Hafsia Herzi, Céline Salette, Noémie Lvovsky…). Dopo questo successo, al regista viene affidato un progetto dal budget più consistente, dedicato agli anni “bui” dello stilista Yves Saint Laurent, tra il 1967 e il 1976. Prodotto con l’accordo “di principio” di François Pinault (proprietario della marchio eponimo) ma senza quello di Pierre Bergé, che preferisce il film biografico più agiografico Yves Saint Laurent, uscito lo stesso anno, Saint Laurent (2014) abbagliato dalla bellezza della sua messa in scena e dall’interpretazione incarnata di Gaspard Ulliel nel ruolo del protagonista.

Ma è con Nocturama (2016) che Bertrand Bonello firma sicuramente il suo capolavoro (ad oggi). Scritto prima degli attentati del novembre 2015 ma distribuito successivamente, questo strano lungometraggio, scandito da musiche firmate dallo stesso cineasta, ci trasporta negli interni vuoti di una Samaritaine notturna, dove si rifugiano alcuni giovani di buona educazione appena commessi diversi attacchi terroristici.

Finalmente, dopo due film emozionanti ma più confidenziali (Zombi Child e poi Coma), il nuovo Bonello è un film ambizioso che segna il ritorno del cineasta alla sua prima passione, le tormentate storie d’amore, questa volta alla luce dell’intelligenza artificiale.

La Bête, libero adattamento di La bestia nella giungla di Henry James, con Léa Seydoux e George MacKay, uscirà al cinema il 7 febbraio.

Pierre Charpilloz

La Bête di Bertrand Bonello, 

Al cinema dal 7/02

youtube.com/watch?v=gRf2icxzvGI

Francia – Parigi