[wpml_language_selector_widget]

Partager l'article

DORA JERIDI, L’ARMONIA DAL CAOS

Vincitrice della borsa di studio Révélations Emerige 2022, appena uscita dalle Beaux-Arts di Parigi dove, dopo studi letterari e due master in storia, ha seguito l’insegnamento di Djamel Tatah, Dora Jeridi si è totalmente meritata la mostra che la Galleria Mor Charpentier1 le ha dedicato: dopo la sua partecipazione all’esposizione “Figurazioni, un’altra arte di oggi” della scorsa estate (vedi Acumen # 35)2, abbiamo riscoperto tutta la passione di un pennello tanto vibrante quanto ispirato.

“Penso che l’arte sia un’intensificazione della realtà”, ci ha detto la vincitrice (classe 1988) all’inaugurazione della mostra “Figurations” lo scorso maggio. In una delle due opere lì esposte, La Moisson vénéneuse, abbiamo visto una giovane donna che le somigliava, accasciata su una sedia, accanto a un cavallo morto circondato da tre pozzanghere colorate, verde, blu e rosso, emergere sulla tela lasciata grezza. Oggi queste pozzanghere sono diventate esplosioni, ridotte talvolta a cancellature o a colature, a tracce, oppure diffuse sull’intera superficie della tela infiammata di gialli e rossi incandescenti. Dopo i rosa sgargianti e i gialli stridenti che arrivarono a “forare” i suoi primi dipinti, ecco l’avvampamento. L’avvampamento e lo zampillo. Un diluvio di immagini e segni enigmatici, caos di linee e macchie, volti e frammenti di corpi, grida e smorfie: rovine, visioni, reminiscenze?…

Cosa dovremmo vedere in questi dipinti saturi, come se fossero graffiati, che spesso mescolano pittura a olio e carbone, a volte arricchiti con bomboletta aerosol? Incubi, come sembrano suggerire alcuni titoli: Mouth Raid, Death Star, Dangerous Dusk o addirittura Pony Club (Guernica for Kids)?…

Un caos tragicomico

In Inner Bang emerge un volto rosso urlante, così come una mano, da una massa informe di colore giallo dorato. Un volto e una mano che ricompaiono accompagnati da un corpo, questa volta vestito con un vestito-armatura in Dangerous Dusk II, mentre in Concrete Anger sono delineati e colorati in maniera molto succinta: risultato di una deformazione grottesca, “il grido diventa una smorfia ”3… Abbiamo la sensazione che qui si svolga un dramma senza che si possa determinarne né l’origine né l’oggetto. “La pittura mi permette di esprimere la violenza latente. Certi eventi autobiografici sono indicibili e portano alla necessità di dipingere”, confida l’artista a Guy Boyer in Connaissance des arts en 2022. “Nei miei dipinti c’è un significato ma un significato illeggibile, incomprensibile. C’è una narratività ma rimane enigmatica”, ha chiarito spiegando che dà l’anteprima alle sensazioni. Sensazioni e “atmosfera di crisi” che appaiono decuplicate nei suoi ultimi lavori, come se ci fosse l’urgenza di dipingere la “vera minaccia attuale”3.

“superficie d’impatto”

Per Dora Jeridi la pittura è una “superficie d’impatto”. E “Deve pulsare”3. Come in un brano musicale, il tempo e la scrittura devono variare: mescolando la sorda opacità del disegno a carboncino con la brillantezza e la densità della pittura a olio, parti “molto grafiche”, molto disegnate con “tocchi più astratti o gettati”, cerca di creare “piani diversi” e ritmi diversi per rompere la superficie piatta e inerte della tela, dandole “velocità, vitalità” e “incisività”. Moltiplicando citazioni pittoriche (qui Il bue macellato di Rembrandt, là il cavallo di Guernica…) e cinematografiche, mescola insolentemente i registri: il registro tragico si sovrappone al registro grottesco e “fumettistico” di alcune figure o dettagli.

È così che, attraverso un capitombolo di gambe e piedi usciti dai fumetti, trasforma Guernica in una “scena di battaglia farsesca” senza però diminuirne la carica aggressiva e la “dinamica esplosiva”.

STÉPHANIE DULOUT

  1. “Concrete Fear – Dora Jeridi “, Galerie Mor Charpentier (61, rue de Bretagne, Parigi III – morcharpentier.com) 30 novembre – 6 gennaio 2024
  2. “Figurations, un autre art d’aujourd’hui”, Maison Caillebotte (Yerres, 91330), maggio-ottobre 2023
  3. Intervista rilasciata il 19 dicembre 2023

Prossima mostra alla Galleria Perrotin di New York a gennaio 2025

perrotin.com

Francia – Parigi – Stati Uniti – New York