Il grande maestro delle distorsioni, André Kertész (1894-1985) affermava di fotografare non ciò che vedeva ma ciò che sentiva. È con questo in mente che abbiamo percorso i corridoi della più grande fiera mondiale dedicata alla fotografia1 alla ricerca delle perle che di cui vi parleremo qui: fotografie che danno una sensazione oltre l’immagine…
È così che siamo rimasti affascinati dalla grande sensualità di questo volto velato fotografato in primo piano da Judith Stennecken2 esposto alla Marshall Gallery (Santa Monica). Giocando sia sulla prossimità attraverso la scelta di un’inquadratura molto ravvicinata, sia sulla distanza attraverso l’uso del bianco e nero che conferisce all’insieme un aspetto marmoreo, la fotografa riesce quasi a far sentire il respiro che passa attraverso il velo.
Meno mozzafiato ma altrettanto bella e altrettanto inquietante, la serie di ritratti eleganti e sensuali del fotografo uruguaiano Pablo Guidali presentata a Vu’ (Parigi). Volti e corpi intrecciati, spesso sfocati, con neri e bianchi vellutati sublimati da stampe palladiate su carta di cotone. Situando la sua ricerca in un ambito più onirico e fantastico, Agnès Geoffray continua a incuriosire, invece, con la sua ultima serie Les Regardeuses presentata dalla galleria Florent Maubert.
Un gioco di sguardi attivato contemporaneamente al Royal Skating Rink di Bruxelles che, in collaborazione con la galleria Miyako Yoshinaga di Tokyo, ha mostrato i ritratti ingranditi (composti da 81 foto) di Ken Ohara della sua serie ONE realizzati nel 1970 nelle strade di New York: una strana molteplicità di tratti nell’unicità della forma dei volti… Sempre in bianco e nero, i ritratti troncati della giovane fotografa napoletana Sharon Formichella Parisi rappresentata da Die Mauer (Prato) ci avranno segnato anche per la loro poetica mise en abyme degli sguardi.
Corpi e solitudini
Nessun sguardo invece nella serie City Space di Clarissa Bonet presentata da La Galerie Rouge (Parigi) dove gli individui sono ridotti a sagome isolate nei grandi spazi geometrici delle città drammatizzate dal gioco di ombre e luci fino a sembrare surreali. È la stessa sensazione di surrealtà che emerge dalle immagini di Constance Nouvel, vincitrice del premio Ruinart, presentate da In Situ (Romainville): qui ridotta a una mano che apre una porta immersa nell’oscurità, lì, alle ombre, la presenza umana vi è enigmatica. Enigmatica anche la Sleeping Beauty di Vladimir Antaki (presentata alla Tanit Gallery): una bella addormentata sdraiata su una scalinata a bordo piscina di un esclusivo club di Beirut sembra levitare, come indifferente al rumore e alla furia dei il mondo… Ancora enigmatici, i paesaggi di David De Beyter della Galleria Bacqueville (Lille) che riutilizzano le stimmate delle fotografie d’archivio utilizzate per costruire la mitologia degli UFO: macchie abbaglianti, graffi trasformati in linee luminose… esplorando il confini tra realtà e finzione, i suoi irradianti paesaggi ufologici 4 della serie Les Sceptiques ci interrogano sull’obsolescenza programmata di molte delle nostre credenze basate esclusivamente sul potere illusorio dell’immagine…
Un’irrealtà lontana dai corpi reali fotografati senza filtri di Claudine Doury (galleria In Camera, Parigi), Ren Hang e Marie Tomanova (Stieglitz19, Anversa) o Yelena Yemchuk (Kominek, Berlino).
- Paris Photo si è tenuto al Grand Palais Ephémère di Parigi dall’8 al 12 novembre (vedi Acumen #40).
- 2. Veil, 2016
- 3. Serie El lugar de los jazmines [Il luogo dei gelsomini]
- 4. L’ufologia è lo studio degli oggetti volanti non identificati chiamati UFO.
Judith Stenneken : @ju.sten
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