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DAIDO MORIYAMA OVVERO LA FOTOGRAFIA COME LINGUAGGIO DEMOCRATICO

La Photographers’ Gallery presenta per la prima volta nel Regno Unito una retrospettiva del lavoro di questo maestro della fotografia giapponese, ripercorrendo sessant’anni di creazioni iconiche.

Dimentica tutto ciò che hai imparato sulla fotografia e fotografa il momento. Scatta foto: di qualunque cosa, qualunque cosa attiri la tua attenzione. Non fermarti a pensare”, dice ancora oggi Daido Moriyama. Questo capofila giapponese di 85 anni, nato a Ikeda vicino a Osaka prima di stabilirsi a Tokyo, ha costruito la sua carriera riesaminando la natura del mezzo fotografico. “Cos’è la fotografia?”, questa è la domanda ricorrente che scandisce i suoi sessant’anni di carriera. La sua estetica anticonformista, chiamata “Are, bure, boke” (grezzo, sfocato, granuloso), rifiuta così “il dogmatismo dell’arte e la venerazione delle stampe vintage”, per rendere il suo approccio accessibile e riproducibile in modo radicale. Oggi, la Photographers’ Gallery di Londra presenta per la prima volta una retrospettiva del suo vasto, proteiforme e prolifico lavoro attraverso più di duecento fotografie che si estendono dal 1964 ai giorni nostri.

Velocità e movimento

Su tutto lo spazio, la mostra ripercorre i momenti salienti della carriera dell’uomo che ha definito lo stile di un’intera generazione. “Ha catturato lo scontro tra la tradizione giapponese e l’accelerata occidentalizzazione nel Giappone del dopoguerra”, spiegano gli organizzatori. Daido Moriyama ha costantemente reinterpretato le sue immagini, sperimentando ingrandimenti, ritagli e stampe. Si è interessato molto presto anche al lavoro di William Klein e Andy Warhol. Le sue peregrinazioni fotografiche esplorano le strade di Tokyo, Osaka e Hokkaido, ma anche New York, Parigi, San Paolo e Colonia. Le sue serie esaminano quindi identità culturali, intimità, disconnessione e isolamento sociale, gioventù turbolenta, oggettivazione e astrazione del modello sessualizzato, rinnovamento nella reinterpretazione delle città. Peregrinazioni urbane riprese dal vero – spesso anche senza guardare ciò che cattura – in una grana pronunciata, un contrasto accentuato, una luce tremolante e una sfocatura eccessiva che denota la velocità di esecuzione del suo gesto.

Prospettiva personale

Attraverso questa prospettiva unica, Daido Moriyama ha riempito rapidamente le riviste giapponesi, pubblicando successivamente un centinaio di libri e monografie dedicate ai luoghi (Shinjuku, Hokkaido). La galleria evidenzia così il desiderio di questa leggenda giapponese di esplorare “la fotografia come linguaggio democratico”, presentando il suo lavoro in due fasi. Il primo si apre con il suo lavoro editoriale, la sua messa in discussione del fotogiornalismo, le sue esperienze nella rivista Provoke e la progettazione sperimentale di alcuni dei suoi lavori (Farewell Photography). La seconda inizia negli anni ‘80, quando supera “una crisi creativa e personale”, per poi passare ai decenni successivi dove esplora ulteriormente “l’essenza della fotografia e di se stesso in un lirismo visivo tra realtà, memoria e storia”. Per la Photographers’ Gallery, questa retrospettiva costituisce quindi una delle mostre più complete mai organizzate sulla sua opera.

Nathalie Dassa

« Daidō Moriyama: A Retrospective »

The Photographers’ Gallery

16-18 Ramillies Street, Londres (Angleterre)

Jusqu’au 11 février 2024

thephotographersgallery.org.uk

moriyamadaido.com

Crediti fotografici © Daido Moriyama Photo Foundation

Regno Unito – Londra