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FOCUS, CLAIRE MORGAN, Il valzer dell’impiccato

Se la vita è appesa a un filo, è la morte che Claire Morgan tiene appesa ai suoi fili – gli stessi che, adornati di pelli di uccelli, compongono il suo ultimo pezzo intitolato Song

Un titolo audace per un’opera funebre che sembra un memento mori: una ghirlanda di uccelli morti tanto incantevole quanto terrificante. Perché anche se sono incavati, gli impiccati hanno conservato la lucentezza e la vivacità del loro piumaggio… I only dared to touch you once I knew that you were dead, Ho osato toccarti solo quando ho saputo che eri morto: questo il titolo della nuova mostra di Claire Morgan presentata alla galleria Karsten Greve (a Parigi dopo Colonia)1. Contiene tutta la poesia e tutta la delicatezza degli ultimi lavori dell’artista irlandese che non smette mai di parlare della “nostra vulnerabilità” e del “nostro disagio di fronte all’impermanenza di ogni cosa nella vita”.

Aureolata da uccelli morti, come una profetessa dell'”era di estinzione di massa nella quale stiamo entrando”, la donna nuda e già esangue siede al centro della sua installazione The inevitable heat death of the universe [L’inevitabile morte termica dell’universo] appare come una vera e propria allegoria della distruzione. In altre opere, è questa stessa donna nuda, modellata in cera o disegnata a pastello, ad apparire adornata da una pelle di volpe protettiva e rigenerante: in Claire Morgan, il confine tra morte e vita è sempre labile. Una prossimità inquietante all’opera nei suoi ultimi disegni mescolando fluidi corporei recuperati durante il processo di tassidermia con acquerello e matita…

STÉPHANIE DULOUT

  1. Titolo che è anche quello del libro illustrato presentato in mostra, un’opera composta da sette disegni e due testi manoscritti che formano un dialogo tra una donna viva e una volpe morta.

Fino al 6 gennaio

Galerie Karsten Greve

5, rue Debelleyme, Parigi III

galerie-karsten-greve.com