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QUALCHE GIORNO DEL FESTIVAL DEL CINEMA DI HAIFA

Poco prima dell’inizio di un nuovo conflitto tra Israele e Palestina, si è tenuto il più grande festival cinematografico del paese, il Festival Internazionale del film di Haifa. Reportage.

All’inizio di ottobre, nella città portuale di Haifa, nel nord di Israele, si è svolta la 39a edizione del festival cinematografico più antico e più grande dello Stato ebraico. Appuntamento imperdibile per i professionisti del settore – ci sono produttori francesi o italiani pronti a fare affari in questo piccolo paese, così come distributori israeliani desiderosi di film stranieri – il Festival Internazionale del film di Haifa offre soprattutto un’ampia selezione di lungometraggi. Abbiamo ovviamente potuto vedere il meglio del cinema d’autore internazionale, dalla Palma d’Oro Anatomia di una caduta al terribile The New Boy di Warwick Thornton, con Cate Blanchett nei panni di una suora rinnegata, passando per Jeanne Du Barry che la regista Maiwenn ha presentato in diverse città d’Israele durante il festival.

Altri film hanno avuto particolare risonanza in questo paese forgiato dall’ebraismo, come Il Processo Goldman di Cédric Kahn che affronta con rara finezza l’antisemitismo di fondo della società francese degli anni ‘70. Ma soprattutto La Zona di interesse di Jonathan Glazer, agghiacciante ritratto del direttore del campo di concentramento di Auschwitz che vive borghese e pacifico con la moglie e i figli in una villa proprio dietro il muro del campo. Una felicità domestica, mentre sentiamo costantemente le urla e i gemiti dell’orrore che si svolge proprio dall’altra parte di questo muro. Si vede il camino in lontananza e c’è della cenere sulla biancheria stesa ad asciugare. Grand Prix all’ultimo Festival di Cannes, La Zona d’interesse è uno dei grandi film sull’Olocausto, insieme a Shoah di Claude Lanzmannn o Notte e nebbia di Alain Resnais. Proiettato in Israele, paese nato da questi orrori, costruito dai figli dei deportati, questo film diventa ancora più terribile, violento e necessario.

institutfrancais-israel.com/fr

Pierre Charpilloz