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PAOLINO ALIOUA, Fotografia misteriosa e “inquieta”.

  “Strade vuote, spiagge deserte, strade nebbiose. Sagome di uomini anonimi, ombre. Auto in sosta, gomme sgonfie, ombrelli piegati. Sotto la pioggia, nel caldo opprimente, circola, sospesa, attraverso le immagini, una strana sensazione di fine del mondo. […] » Queste parole di Pauline Alioua che introducono la sua serie Phantomatic // Nowhere to be seen1, esprimono chiaramente l’atmosfera del suo universo fotografato in modo molto cinematografico in un bianco e nero puro ed elegante (analogico) che dona al presente un’aria di eternità…

Classe 1986, la fotografa autodidatta, che oggi vive e lavora a Marsiglia, ha già puntato il suo obiettivo ai quattro angoli del mondo, su corpi e paesaggi rivelando domande intime ed esistenziali in immagini “oscillanti tra realtà e sogno [che] catturano lo sguardo con la loro forza narrativa e poetica”. In Phantomatic, è una sorta di vagabondaggio, “una ricerca. Interna, esterna” (sic) che indoviniamo attraverso luoghi deserti o abbandonati: lì, un primo piano sulle pieghe e ondulazioni di un piumone, qui, su quelle di una scogliera, lì, una spiaggia di sabbia fine, qui, un brughiera di terra bruciata o due cappelli abbandonati sul ripiano posteriore di un’auto bagnata di pioggia… Ci raccontano l’assenza, l’assenza della persona amata dopo la rottura – “un mondo nei toni del grigio, liberato dai colori accecanti dell’Amore”. “Il crollo interiore apre uno spazio vuoto, uno spazio […] che offre la possibilità di vedere cose nuove, di guardare diversamente, di andare altrove”, scrive l’artista.

Flirtando tanto con l’astrazione quanto con l’assurdo, la sua serie X, l’inconnu ci porta in altri spazi vuoti. Una serie iniziata con immagini di cartelli vuoti incrociati sulle strade di Bosnia e Ungheria, segnali abbandonati che non indicano più nessuna destinazione, lasciando il viaggiatore andare verso l’ignoto… Vediamo un rettangolo di luce che costeggia la gabbia della scala del seminterrato, un altro rettangolo bianco dipinto su un muro, linee incrociate – di legno, di metallo e di fumo – e strade curve, un alone di luce alla fine di un tunnel, una valigia abbandonata su una strada, sagome di uomini di spalle che appaiono in controluce, o anche un schermata vuota che visualizza il fatidico “Image not found”. Tante immagini di una “stranezza inquietante” (Freud) o meglio, “preoccupate e inquiete” (per riferirsi, come la fotografa, all’autore del Libro dell’inquietudine2, Fernando Pessoa) favorevoli allo sbocciare della poesia.

Crédits photos : © Pauline Alioua

  1. Collana che ha dato vita alla pubblicazione di un libro disponibile online, sul sito dell’artista, al prezzo di 20€
  2. Pub. post. 1982

STÉPHANIE DULOUT

Pubblicazioni:

  • Tableaux d’Iran di Pauline Alioua e Chris Garvi, Arnaud Bizalion éditeur, 2021

Arnaud Bizalion Editeur, 2021

45 €

arnaudbizalion.fr

 back-to-intro.com/phantomatic

@pauline.alioua