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GALERIE JOSEPH 5 rue Saint-Merri
1 200m2, 12917 sqf - entrée cour
GALERIE JOSEPH 116 rue de Turenne
850m2, 9150 sqf - vitrine sur rue
GALERIE JOSEPH Place des Vosges
250 m2, 2690 sqf - entrée cour
GALERIE JOSEPH 84 rue de Turenne
266m2, 2663 sqf - vitrine sur rue
GALERIE JOSEPH 51 rue de Turenne
180m2, 1938 sqf - vitrine sur rue
GALERIE JOSEPH 5-9 rue Bailly
331m2, 3563 sqf - vitrine sur rue
GALERIE JOSEPH 17 rue Chapon
130m2, 1400 sqf - vitrine sur rue
GALERIE JOSEPH 4-6 rue de Braque
175m2, 1884 sqf - entrée cour
GALERIE JOSEPH 21 rue Chapon
130m2, 1400 sqf - vitrine sur rue
GALERIE JOSEPH 47 rue des Tournelles
SHOWROOM 115m2, 1238 sqf - entrée cour
GALERIE JOSEPH 66 rue Charlot
100m2, 1077 sqf - vitrine sur rue
GALERIE JOSEPH 5 rue de Payenne
226m2, 2433 sqf - vitrine sur rue
GALERIE JOSEPH 43 rue des Tournelles
100m2, 1075 sqf - entrée cour
GALERIE JOSEPH 20 rue Chapon
75m2, 807 sqf - vitrine sur rue
GALERIE JOSEPH 236 rue Saint-Martin
200m2, 2153 sqf - vitrine sur rue
GALERIE JOSEPH 47 rue des Tournelles
OPEN SPACE - 90m2, 970 SQF - entrée cour
GALERIE JOSEPH 5 rue Sainte Anastase
57m2, 614 sqf - vitrine sur rue
GALERIE JOSEPH 78 rue de Turenne
25m2, 269 sqf - vitrine sur rue
GALERIE JOSEPH 26 rue Sainte Croix de la Bretonnerie
70m2, 860 sqf - entrée cour
GALERIE JOSEPH 21 rue des Filles du Calvaire
130m2, 1400 sqf - entrée cour
GALERIE JOSEPH 16 RUE Saint-Claude
45m2, 485 sqf - vitrine sur rue
GALERIE JOSEPH 7 rue Bachaumont
200m2, 2153 sqf - vitrine sur rue
GALERIE JOSEPH 16 rue du Perche
30m2, 323 sqf -vitrine sur rue
GALERIE JOSEPH 8 Square Sainte Croix de la Bretonnerie
85m2, 915 sqf - vitrine sur rue
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ART ORIENTÉ OBJET

Francia – Parigi

Post humana 

“Far riflettere”, “far ridere” e “far sognare”: questi i tre obiettivi che Marion Laval-Jeantet e Benoît Mangin si sono prefissati dal 1991 nell’esplosivo duo Art Orienté Objet. Un duo volutamente provocatorio, “impegnato nella biodiversità e nell’ecologia” che ha fatto dell’umorismo e della causticità le sue armi principali. Usando l’ibridazione e la discrepanza – una “estetica complessa” che è allo stesso tempo “accattivante e ripugnante, eccitante e inquietante” svolgendo “il ruolo di cattura-cuori”, mettono la loro arte al servizio delle cause animali e vegetali. Dopo il Domaine de Chamarande, è quindi alla galleria Les Filles du Calvaire che ci danno appuntamento per “risvegliare le nostre coscienze” e interrogare “le nostre condizioni di esistenza”.

Diorami
Art Orienté Objet, Paysage microbiotique, 2016 © Les filles du calvaire

Pensati per renderci consapevoli del pericolo degli antibiotici, i loro Paesaggi microbiotici giganti (2016) ci regalano uno sguardo sulle loro viscere su larga scala! Ai confini tra arte e scienza, come molte delle loro ricerche che combinano finzione e biotecnologia, questi paesaggi intestinali drammatizzati dal loro ingrandimento ma anche dalla fluorescenza di pietre rare, spugne e alghe utilizzate per imitare le forme microscopiche dei batteri colonizzatori, ci immergiamo nella confusione. Unendo stranezza, bellezza e banalità, provocano fascino e repulsione. Come Alexander Fleming, medico e biologo autore di “germ paintings” e Wassily Kandinsky che, malato, si appassionò alla macrofotografia di cellule e tessuti, eccoci affascinati dalle nostre viscere minacciate, pochi millimetri di intestino che evocano dei favolosi fondali marini…

Ibridazioni
Art Orienté Objet, Hydra Post-humana, 2021 © Les filles du calvaire

Più dirompente, Hydra post-humana (2021), scheletro di un fantastico animale a tre teste proveniente da un “futuro post-umano segnato dalla catastrofe ecologica”. Ritroviamo tutta la fantasia macabra del duo che inventa regolarmente creature favolose risultanti dall’incrocio di specie diverse. Così lo scheletro di un centauro assemblato a seguito di un’esperienza sciamanica tra i pigmei Babongo del Gabon durante la quale ognuno si è visto come un animale (Mi sono visto, ero un centauro; mi sono visto, ero una giraffa).

Art Orienté Objet, BAUréalis, 2023 © Les filles du calvaire

Adepti della slow art, di cui hanno scritto il manifesto nel 1992, i due agitatori utilizzano solo “materiali riciclati, rinnovabili e/o sostenibili, non dannosi per l’ambiente” e sviluppano tecniche artigianali. Evitando l’uso della plastica o della stampante 3D così comunemente usata nell’arte contemporanea, raccolgono ogni tipo di ossa e resti di animali nelle foreste, sui bordi delle strade o sulle sponde dei laghi – resti che hanno dato vita nel 2000 ad un toccante “manto di animali schiacciati”, il Roadkill Coat. Un’immagine terrificante che riecheggia il loro funebre paesaggio di deforestazione (Résilience, 2009).

Stéphanie Dulout

« Art Orienté Objet |  Je suis contre ! »  
Les Filles du calvaire 
21, rue Chapon, Paris 3e 
Fino al 29 luglio, poi dal 1° al 23 settembre 2023 

fillesducalvaire.com