[wpml_language_selector_widget]

Partager l'article

ELMGREEN & DRAGSET, LA POTENZA DELL’ASSURDO

Francia – METZ

Un finto negozio Prada allestito nel mezzo del deserto del Texas nel 2005, un collezionista annegato che galleggia in una piscina alla Biennale di Venezia nel 2009, un centro d’arte contemporanea trasformato in una fiera d’arte fittizia a Pechino nel 2016, una piscina a forma di un orecchio gigante eretto in verticale al Rockefeller Center di New York nello stesso anno, un’auto incastonata al centro della Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, una città di edifici in miniatura rovesciati appesi al soffitto della Moynihan Train Hall, nel cuore di Manhattan nel 2021… Le installazioni e gli ambienti immersivi di Elmgreen & Dragset hanno segnato il mondo dell’arte contemporanea negli ultimi vent’anni.

Invitato a investire la grande navata, il foro e i tetti delle gallerie del Centre Pompidou Metz, il duo scandinavo formato dal danese Michael Elmgreen e dal norvegese Ingar Dragset torna in forze a destabilizzarci. Riproducendo ambienti urbani popolati da personaggi in silicone molto realistici, assorti in svariate attività, come tanti protagonisti di storie tutte da immaginare, riescono sempre a renderli ambienti di desolazione… Sarà perché il loro universo si tinge di ironia e disinvoltura, volutamente impertinente e il burlesque, al limite dell’assurdo e persino, a volte, del surrealismo, è anche profondamente malinconico. E spesso macabro. Così dei loro adolescenti pensierosi rinchiusi su balconi sospesi nel vuoto, della porta aperta su un cadavere in mezzo agli allineamenti di scompartimenti metallici di un obitorio, di letti a castello uno di fronte all’altro o di lavandini attaccati dai loro tubi… Strampalate o morbose, queste installazioni hanno lo scopo di sconvolgere i punti di riferimento sociali e spaziali ancorati nel nostro inconscio collettivo. “…] è possibile cambiare […] le percezioni, le convenzioni estetiche – sorprendendo le persone”, affermava Elmgreen in Artspace nel 2020.

Ostruzioni e destabilizzazione

Così, Elmgreen & Dragset hanno sconvolto i nostri punti di riferimento spazio-temporali, fin dall’inizio della mostra, offuscando i limiti tra l’interno e l’esterno erigendo, nel cuore del forum del museo, una casa popolare a grandezza naturale. Nella Grande Nef,  “il confine tra finzione e realtà è ulteriormente sfumato”: preda di uno spazio labirintico che copre scene di vita quotidiana, dalla sala del teatro ai bagni pubblici, passando per un laboratorio, una conferenza, un obitorio, una sala di sorveglianza e un ufficio in disuso, il visitatore scopre “un mondo familiare e inquietante, dove l’ordinario si reinventa per diventare straordinario”. “Come in un sogno (o in un incubo?), le situazioni ordinarie seguono una logica incoerente dove le regole non valgono più. In una familiarità quasi inquietante, queste situazioni generano una sensazione di scomodità e disagio. La stranezza si intensifica quando lo spettatore incontra personaggi stravaganti, come un giovane addormentato sul tavolo della sala riunioni, vestito con un costume da coniglio, o un funambolo che è scivolato e si è attorcigliato aggrappandosi al filo con una mano”. 1 [Tante “realtà fittizie” e situazioni incongrue che possono evocare le sorprese e le insidie ​​di “un videogioco a misura d’uomo”2. Da qui il titolo della mostra: “Bonne chance”… ]

  1. Chiara Parisi, curatrice della mostra, estratto dal catalogo.
  2. Elmgreen & Dragset, estratto dalla conversazione con Chiara Parisi pubblicata nel catalogo della mostra.

STÉPHANIE DULOUT

ELMGREEN & DRAGSET – BONNE CHANCE 
Fino al 1° aprile 2024
Centre Pompidou Metz
1, parvis des Droits-de-l’Homme, 57000 Metz
https://www.centrepompidou-metz.fr/fr/programmation/exposition/elmgreen-dragset

E ANCHE PROSSIMAMENTE
Mostra Elmgreen & Dragset presso la Galerie Perotin
Dal 14 ottobre al 18 novembre
perrotin.com