ANTIBES
Situata sulle alture di Antibes, nella magnifica villa-laboratorio di una delle coppie artistiche più leggendarie del XX secolo, la Fondazione Hartung-Bergman presenta una mostra dedicata alle visioni cosmiche di Hans Hartung (1904-1989) e di Anna -Eva Bergman (1909-1987) esplorando il loro fascino per la scienza.
“…] forze che si strappano dalla gravità, scale che si annebbiano, mondi che nascono e muoiono…” 1, evocando gli effetti dell’assenza di peso, la gravità delle stelle, dei quasar e di altri buchi neri, alcuni delle loro tele avrebbero, secondo l’astrofisico Etienne Klein (associato alla mostra) anticipato alcune delle recentissime osservazioni astrofisiche.
Nulla d’oro
Nel 1963, dopo aver dipinto L’Abîme, Anna realizza due monumentali monocromi in vinile e lamiera dai titoli eloquenti: Néant d’or (Nulla d’oro) e Néant d’argent (Nulla d’argento), mentre tra il 1969 e il 1970, in occasione dell’Apollo 11 realizza, sempre con foglia d’argento, straordinarie visioni lunari. “Alla ricerca dell’Armonia universale”, credendo in “un piano superiore, una sorta di piano spirituale e astrale, al di là dell’universo tangibile”, non cesserà mai di accedere a questo Inconscio cosmico 2 attraverso la ricerca sui colori, il numero aureo e il giuste proporzioni, ai limiti dell’alchimia… Dipingendo “con l’antica tecnica medievale dei fondi dorati, degli astri pietrificati […] che navigano in cieli sempre ghiacciati” 3, è anche pittrice del movimento” perché i suoi quadri sono spazi dove le forze di attrazione e repulsione si svolgono a distanza, come in un campo magnetico”1.
Ipnotico e psichedelico
Avendo sognato di fare l’astronomo e molto presto affascinato dall’infinito e dall’osservazione delle stelle, Hartung, da parte sua, troverà nell’astrazione il mezzo per raffigurare le energie fisiche che attraversano lo spazio. Adottando la tecnica dello spruzzo negli anni ’60, porterà il dipinto in un’altra dimensione: evocando a sua volta buchi neri, viaggi interstellari, collisioni stellari o persino il “passaggio di un elettrone in un campo magnetico” 1, i suoi dipinti in vinile e acrilico sono un vortice di schizzi, striature nebulose e flussi multicolori che inghiottono gialli limone e blu turchese in neri senza fondo che risucchiano l’occhio. Una vera Odissea nello spazio alla Stanley Kubrick che ci proietta in un altrove, “Beyond the infinite” 4, “nell’infinito e oltre” 1.
- Citazioni dal catalogo della mostra.
- Titolo di un’opera realizzata nel 1951.
- Articolo pubblicato nel 1956 nella rivista Le Musée vivant citata in catalogo.
- Le tele posteriori al 1960 di Hans Hartung sono state spesso paragonate alla sequenza “Beyond the infinite” di 2001, Odissea nello spazio di Stanley Kubrick uscito nel 1968.
STEPHANIE DULOUT
COSMIC TRIP – Hartung et Bergman entre rêve et sciences
Fino al 30 settembre
173, chemin du Valbosquet, 06600 Antibes
E ANCHE
ANNA-EVA BERGMAN
Voyage vers l’intérieur
Fino al 16 luglio 2023