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ART BASEL, LA GRANDE MESSA DELL’ARTE CONTEMPORANEA

Svizzera – Basilea

Uno sguardo alla fiera d’arte contemporanea di Basilea, che si è svolta dal 12 al 18 giugno, in attesa di Paris + Art Basel, dal 18 al 22 ottobre.

284 gallerie, più di 4.000 artisti dai cinque continenti, 82.000 visitatori, una proposta Rothko da 60 milioni di dollari1… I numeri della più grande fiera d’arte contemporanea del mondo (“il più importante evento artistico del mondo”, secondo il suo direttore Noah Horowitz) sono da capogiro. Ecco una piccola selezione delle 76 installazioni e performance su larga scala proposte nel settore Unlimited che mettono in mostra la creazione più contemporanea.

Visto questo inverno alla galleria Continua nel Marais di Parigi (vedi Acumen # 28), l’ultimo video dell’artista franco-algerino Adel Abdessemed ha dato il la a questa seconda edizione post-covid divisa tra effervescenza e sobrietà. Proiettato su uno schermo lungo 12 metri posto sotto i riflettori nella grande sala dell’Unlimited, spazio riservato alle opere di grandissimo formato, questo film ha fatto scalpore. Allegoria della fine di un mondo, del nostro mondo in perdizione? Prende in prestito il titolo, Jam Proximus Ardet, dall’Eneide di Virgilio (quando l’eroe si accorge che la città di Troia è in fiamme) e ci pone di fronte all’immagine del mare e di una nave in fiamme che si avvicina lentamente mentre scopriamo a prua l’artista in piedi, con le braccia incrociate impassibile… Un’impassibilità insopportabile che condanna ogni indifferenza di fronte al mare di tragedie che è diventato il Mediterraneo?

Apocalissi

Sea Never Dries (Il mare non si prosciuga mai) proclamava l’artista ghanese Serge Attukwei Clottey con, come pio augurio, un’enorme onda sospesa composta da frammenti di contenitori d’acqua di plastica gialla. Un’opera al tempo stesso abbagliante e agghiacciante, come l’installazione dell’artista cinese He Xiangyu intitolata Ferite ereditate (Inherited Wounds): tre file di sedie di scuola in legno graffitate allineate davanti alla loro riproduzione in miniatura. Senso di colpa, rabbia, inquietudine… nessuno potrebbe passare per la sua strada a cuor leggero. È anche una strana sensazione di imbarazzo mista a curiosità e divertimento un po’ forzato quella che ha colto i visitatori invitati a sdraiarsi sulle amache di pelle e metallo sospese con catene dell’artista italiana Monica Bonvicini (presentata dalla Peter Kilchmann Gallery). Intitolata Never Again, questa pseudo-area di sosta con accenni SM sconvolge le convenzioni comportamentali e intrappola i visitatori nelle loro contraddizioni.

Una ricerca che può essere accostata alla video installazione presentata da Diamond Stingily (nata nel 1990 a Chicago e rappresentata dalla galleria Isabella Bortolozzi), How Did He Die. Posizionando una griglia davanti allo schermo di proiezione che mostra le ragazze nel cortile di una scuola, Diamond Stingily racchiude lo sguardo del voyeur per rendere più significativo il confinamento della comunità filmata…

© Video, black-and-white, sound, chain-link fence; 8′38′′; Dimensions variable; Edition of 3 + 1 AP//
Erranze

Un’altra videoinstallazione capace di sconvolgere sia le nostre costrizioni che i nostri sensi, Jester di Anne Imhof (Galerie Buchholz e Sprüth Magers) è stata una delle attrazioni di Basel Unlimited. Composto da diverse performance filmate durante la sua mostra Natures mortes nel 2021 al Palais de Tokyo, questo video di un’ora proiettato su un doppio schermo può apparire come una sorta di sogno o di illusione. Vediamo i ballerini e gli artisti evolversi in un’atmosfera crepuscolare, a volte con violenza, a volte al rallentatore, seguendo l’intensità della musica e talvolta emettendo grida impercettibili… Una coreografia scioccante che evoca vagabondaggio e caos. Non è sulle rovine che si costruisce un mondo nuovo? 

  1. Quadro presentato dalla galleria Acquavella di New York

Stéphanie Dulout

ART BASEL

Messeplatz 10 
4058 Basilea
Svizzera

https://www.instagram.com/artbasel/