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FIGURAZIONI

Un’altra arte di oggi

Yerres – France

Corpi, volti, sezioni di architetture, linee e segni… dipinti o abbozzati, a volte cancellati o barrati, gli elementi che compongono le tele di Doria Jeridi (appena diplomata alla Beaux-Arts de Paris) si scontrano nel vuoto della tela con una forza espressiva e una potenza grafica che evocano le distorsioni e i disallineamenti di Francis Bacon.

Bilal Hamdad, L’attente Huile sur toile 162 x 130 cm 2020 Collection Sociétié Générale

“Bacon diceva di utilizzare i fotogrammi per focalizzare l’intensità. […] Penso che l’arte sia un’intensificazione del reale. […] Ciò che conta è l’equilibrio generale del dipinto”, spiega l’artista, vincitrice del premio Révélations Emerige 2022 che, giocando con le opposizioni e le contraddizioni (tra le sfumature tenui e silenziose del carboncino e i vibranti bastoncini dell’olio, il figurativo e l’astratto…), non esita a sostituire una testa con un cerchio malva… Ecco uno dei volti forti della nuova figurazione messa in luce in quattro parti successive all’Orangerie della proprietà Caillebotte, a Yerres (in Essonne), accanto alle grandi figure tutelari della pittura figurativa della seconda metà del Novecento esposte contemporaneamente nella casa del pittore impressionista.

Dora Jeridi, La moisson vénéneuse, 2022, huile, bâton d’huile, fusain et mine de plomb sur toile, 179x229cm

Una volta non è consuetudine, è quindi grazie al ritorno della figurazione tra le giovani generazioni che si rende omaggio ai pittori figurativi trascurati dalle istituzioni negli ultimi sessant’anni. Tra i più vecchi, citiamo Gérard Schlosser (deceduto nel 2022) e le sue inquadrature serrate che ci rendono guardoni di fronte a scene di vita che evocano fotoromanzi o fermo immagine; Mouna Rebeiz e il suo nudo scorticato tatuato con una scritta a vernice spray: “I am a funcking painter” (2008); Youcef Korichi con un ritratto impressionante che emerge da un monumentale e virtuosistico drappo bluastro (2015); il gioco di strutture spaziali aggrovigliate nei colori pop di Leonardo Cremonini (1967 circa); i ritratti cinematografici ingannevolmente iperrealistici di François Bard (2021-2022), i corpi in perdizione di Jean Rustin (1998-2002) o anche i Mucchi di immondizia e case di periferia (circa 1955) di sorprendente modernità di Jürg Kreienbühl.

Lucile Piketty, Attentes, 2022. Huile sur toile, 146×114 cm. Courtesy Lucile Piketty & H Gallery, Paris.

Sul versante giovani, Nicolas Sage propone ritratti e paesaggi architettonici con giochi di luce quasi espressionisti, molto teatrali, mentre Manon Pellan gioca con la grafite sull’illusionismo della linea e sui bianchi tra presenza e assenza

Manon Pellan, Ghost 22, Crayon graphite sur papier, 112 x 76 cm, 2023

Bilal Hamdad, dal canto suo, ritrae la solitudine degli esseri nei paesaggi urbani (stazioni della metropolitana, dehors dei caffè, ecc.) provocando una sensazione di estraneità che si avverte ancora più forte di fronte alle tele dipinte a olio, acrilico e polvere di marmo da Axel Roy, e per una buona ragione: per concentrarsi sulle “interazioni tra le persone”, l’artista ha deciso di rimuovere tutti gli elementi circostanti (vegetazione, architettura, arredo urbano…).

Il confine tra il reale e l’immaginario, il figurativo e il non figurativo ci appare quindi definitivamente superato, ammesso che sia mai esistito…

Youcef Korichi, Etre Dedans

STÉPHANIE DULOUT

« Figurations. Un autre art d’aujourd’hui » 
Fino al 22 ottobre
Maison Caillebotte
8, rue de Concy, 91330 Yerres (20mn de Paris via le RER D)
maisoncaillebotte.fr