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TRE RACCONTI DI NORVEGIA

Luci nordiche

Accanto alla grande mostra dedicata ai Normanni 1, il Museo di Belle Arti di Rouen ci invita a “scoprire nuovi territori di creazione visiva” attraverso una selezione di opere di tre fotografi norvegesi contemporanei. Cambio di scenario garantito…

 “Cadillac 1954”, They crept into their fathers sleep, 2016 
© Marie Sjøvold 
“The inner Journey”, Vignettes of a Salesman, 2016 – 2018 
© Ole Marius Joergensen 
© Galerie Goutal, Aix-en-Provence 

Sebbene molto diversi, i tre mondi in cui siamo trasportati condividono la stessa stranezza, quella che, probabilmente, ci conquista così tanto nei pittori e nei registi nordici… Primo invito al viaggio, quello di Terje Abusdal che coglie la magia dei rituali ancestrali, vicini allo sciamanesimo, praticati da una comunità di silvicoltori finlandesi. Forme spettrali, luci incandescenti, fuochi e incantesimi…, al confine tra immagine documentaria e finzione, Terje Abusdal ci rende spettatori dello strano.

Stranezza

Ole Marius Joergensen, dal canto suo, ci mette di fronte a una stranezza al limite dell’assurdo: nella sua serie Vignettes of a Salesman (2016-2018), segue, nei suoi viaggi solitari, un venditore che sembra uscito da un film di Jacques Tati.

Vestito con completo, impermeabile e cappello, con in mano due vecchie valigie di pelle, appare, sempre di spalle, durante i suoi vagabondaggi – in un treno, in un autogrill, in una vecchia casa… Simile ai set cinematografici degli anni ’50, come congelate nel tempo, queste immagini – molto cinematografiche – trasmettono in maniera agghiacciante il peso della solitudine che grava sulle spalle di un uomo che sembra trasformare i suoi viaggi di lavoro in viaggi interiori. Un uomo in sospeso? Sopraffatto o disilluso, evoca inevitabilmente la commedia di Arthur Miller, Morte di un commesso viaggiatore (Death of a Salesman).

“Bubblegum” #01, Pust, 2006 
© Marie Sjøvold 

Pensiamo anche, per la teatralità della messa in scena, e in particolare, della solitudine, ai dipinti di Edward Hopper.

Ambiguità

È in un universo più intimo ma non meno strano che Marie Sjøvold ci trasporta; al limite del reale e dell’irreale.

“Dust catches light” # 17, 2011 
© Marie Sjøvold 

“Uso la fotografia, che è un mezzo molto realistico, ma mi piace avventurarmi un po’ oltre dalla realtà, mi piace quando la realtà diventa irreale […] Voglio aprire l’interpretazione”, ci ha confidato l’artista nata nel 1982 a Oslo.

Così coltiva spesso l’ambiguità: un corpo che galleggia nell’acqua orlato dai riflessi degli abeti può anche sembrare volare sopra le vette… La nonna sdraiata sulla schiena come un cadavere fa una bolla con una Bubblegum… Altro affascinante memento mori, i piedi della sua serie Insomnie sembrano dipinti, mentre l’albero dai rami simili a venature sembra disegnato…

1. “Normanni – migranti, conquistatori, innovatori” fino al 13 agosto

Musée des Beaux-Arts di Rouen

Fino al 13 agosto

www.musees-rouen-normandie.fr

www.mbarouen.fr

Stéphanie Dulout