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TRE FILM DA SEGUIRE AL FESTIVAL DI CANNES

Come sempre, sulla Croisette nella seconda metà di maggio è atteso il bel mondo: dal grande ritorno di Martin Scorsese con Killers of the Flower Moon, allo strepitoso cast del nuovo film di Wes Anderson, Asteroid City. Tra una selezione ricca ed eclettica, tra habitué ed esordienti, tre film incuriosiscono particolarmente.

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© Fred Gervais

1. Strange Way of Life di Pedro Almodóvar – Sessione speciale

Dopo aver collaborato con Gaspar Noé a Lux Aeterna (presentato al Festival di Cannes nel 2019), la maison Saint Laurent e il suo direttore artistico Anthony Vaccarello questa volta accompagnano Pedro Almodovar per il suo secondo film in lingua inglese, nella continuità del cortometraggio The Human Voice girato nel 2020 con Tilda Swinton.

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© Iglesias Más

Della durata di circa trenta minuti, Strange Way of Life è un western che regalerà al Festival di Cannes un bellissimo red carpet con i suoi due attori principali, Ethan Hawke e Pedro Pascal. La collaborazione tra cinema e maison è al passo con i tempi: nel 2019 l’italiano Luca Guadagnino (Chiamami col tuo nome) ha presentato alla Quinzaine des Réalisateurs The Staggering Girl, girato in collaborazione con Valentino; mentre Saint Laurent ha annunciato il lancio di nuovi progetti cinematografici con Gaspar Noé, Paolo Sorrentino, David Cronenberg, Wong Kar-wai e Jim Jarmusch. Cineasti che, insieme ad Almodovar, hanno partecipato a una recente campagna pubblicitaria del marchio. Per questo western girato nel sud della Spagna, Almodovar ci promette dialoghi “mai pronunciati da cowboy”. Venendo dall’autore di Tutto su mia madre e Volver-Tornare, il progetto è intrigante.

2. Semplice come Sylvain di Monia Chokri – Un Certain Regard

È nella selezione “Un Certain Regard” che abbiamo scoperto nel 2019 che Monia Chokri non era solo una grande attrice (per Xavier Dolan, in particolare), ma anche una promettente regista.

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© Fred Gervais

Aprendo questa sezione parallela dedicata ai giovani cineasti, ha poi presentato La Femme de mon frère, primo film molto divertente, tenero ed eccezionalmente magistrale. Dopo una deviazione più concettuale con Babysitter (2022), meno convincente, la quebecchese sembra tornare allo stile del suo primo lungometraggio con Semplice come Sylvain: la storia di una ricca montrealese sposata da dieci anni che si innamora di un imprenditore rurale. “Gli opposti si attraggono” annuncia la sinossi ufficiale di questa commedia con Magalie Lépine-Blondeau (amica intima di Monia Chokri, già vista in La Femme de mon frère e Pierre-Yves Cardinal (Tom à la ferme).

3. Les Filles d’Olfa di Kaouther Ben Hania – In concorso

Sono passati quasi vent’anni senza che un film documentario avesse gli onori della competizione ufficiale del Festival di Cannes.

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© Jour de Fête

Un’assenza rimediata visto che in questo “Anno del documentario” sono due a contendersi la Palma d’oro: Youth (Spring) dell’instancabile cineasta cinese Wang Bing, e – a sorpresa – Les Filles d’Olfa, nuova incursione fuori dalla finzione per il regista Kaouther Ben Hania, uno dei cineasti più in vista del giovane cinema tunisino.

Aveva già presentato La Belle et la meute a Cannes nel 2017, e il suo prossimo film, L’uomo che vendette la sua pelle, ha rappresentato il suo paese agli Oscar per il miglior film in lingua straniera nel 2021. Per Les Filles d’Olfa, Kaouther Ben Hania ha seguito per dieci anni una donna delle pulizie tunisina che fa di tutto per recuperare le figlie, imprigionate in Libia da dove erano partite adolescenti per unirsi a Daesh.

Per colmare le lacune della sua storia, la regista ha chiamato attrici professioniste. Un’opera ibrida, dunque, che si preannuncia struggente. Va ricordato che le rare volte in cui i documentari sono entrati in concorso, il risultato è stato più che soddisfacente – con la Palma d’oro per Il mondo del silenzio di Jacques-Yves Cousteau e Louis Malle nel 1958, e quella per Fahrenheit 9/11 di Michael Moore nel 2004. Verdetto il prossimo 27 maggio.

Cannes – Francia

Pierre Charpilloz