La pittura come un’evanescenza, un soffio, un mormorio, un ricordo, un’apparenza… È come una fioritura, una germinazione o un flusso, che, nelle sue colate di azzurri, gialli e rosa tenui, ci appare la pittura di Simon Martin.

© Galerie Jousse Entreprise
© Gregory Copitet
“Qua e là, pentimenti e sgocciolature, sottostrati e contorni sono lasciati evidenti”, è “simile alla memoria”, dice Horya Makhlouf, la curatrice della mostra dedicata all’artista che vi vede la trasmutazione della “materia di sogni e ricordi”: “Nati dai semi che hanno lasciato prima di appassire, la pittura di Simon Martin li fa germogliare in germogli vivaci…”. Le rose sono cresciute nelle fughe delle piastrelle…, La vernice si scrosta e l’acqua scorre sul cemento…: i titoli lo testimoniano.
Popolato da volti evanescenti, da corpi e fiori Fantômes, che affiorano sulla tela o sulla carta come corpi fluttuanti o apparizioni, il mondo color pastello di Simon Martin sembra più vicino al mondo dei sogni. “Il fumo dei ricordi è stato mescolato dal pittore con pigmenti e olio.
Questa è la vera questione. È palpabile, malleabile, rivestita sulla tela, strato dopo strato, fino a portare alla luce, anche meglio delle immagini, le sensazioni che le hanno accompagnate”, scrive Horya Makhlouf. Emergendo miracolosamente da minuscole variazioni cromatiche che vanno dal blu sbiadito al verde passando per il malva, corpi e fiori simili ad ombre, come miraggi, minacciano di scomparire da un momento all’altro.

© Gregory Copitet
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Qui, due volti reclinati appena percettibili galleggiano tra la linea dell’orizzonte, uno orlato dal mare, l’altro avvolto nella nebbia malva, come se emergessero dalla nebbia…; lì malvarose che emergono dal nulla e come incomplete…; qui, due volti specchiati quasi inafferrabili, a metà tra apparizione e scomparsa, sepoltura e incompiutezza…; lì, un Fantôme blu diafano che emerge da uno sfondo rosa sbiadito: giocando con vuoti e trasparenze attraverso sottili coperture e sfumature, Simon Martin riesce a rendere l’atmosfera ovattata dei sogni ad occhi aperti. In luoghi lacunari, come i ricordi, la sua pittura, tutta di nitidezza e leggerezza, sembra essere solo un mormorio e voler, attraverso le tinte gessose della sua tavolozza smorzata, ricordarci giorni felici.

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Nato nel 1992 a Vitry-sur-Seine, diplomato all’Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi, Simon Martin vive e lavora a Parigi. Attualmente è presentato nella mostra collettiva Les Immortelles al MO.CO di Montpellier, e Voir en peinture, la jeune figuration en France, a cura di Anne Dary, al Musée des Sables d’Olonnes.
STÉPHANIE DULOUT
SIMON MARTIN – Ce qui dort sous les pétales
Galerie Jousse Entreprise
6, rue Saint-Claude, Parigi III
Fino al 13 maggio