PLAY è stato uno dei nominati per il Premio del Primo libro a Paris Photo x Aperture 2022: un’opportunità di ripercorrere il lavoro di questo creatore di immagini attraverso questa dinamica e prima monografia che riflette i suoi quindici anni di lavoro fotografico.
Per individuare la visione molto particolare dello stile di Philippe Jarrigeon, PLAY è il metro di paragone. Vista come una parodia di un grande studio hollywoodiano, il primo libro di grande formato del fotografo francese di 40 anni, formatosi alla scuola cantonale d’arte di Losanna (ECAL), ci invita nell’universo della televisione e del cinema degli anni ‘90. Qui il sarcasmo e la fantasia regnano sovrani. Tra ritratti, nature morte, paesaggi, architettura e moda, il suo immaginario colorato mostra attenzione per i dettagli, gusto per i dittici e particolare sensibilità per l’oggetto. Philippe Jarrigeon gioca con il termine polisemico del titolo, proponendo diversi livelli di lettura che arrivano così a compilare quindici anni di esperienza. In questa biblioteca mentale e visiva, dove “tutto sembra deviante”, evoca Beetlejuice, l’eroina di La donna che visse due volte, la mantide religiosa di Microcosmos o Cher Horowitz di Ragazze a Beverly Hills. Ma invita anche levrieri afgani in compagnia di donne su un letto barocco, mentre estrae la sua pistola d’oro, armato di un rossetto.
Cultura pop ed estetica moderna
Tutta l’iconografia deriva dai tanti committenti per cui ha lavorato e da cui sono state tratte molte immagini. Philippe Jarrigeon ha collaborato con maison di lusso (Chanel, Roger Vivier, Louis Vuitton…), artisti dell’industria musicale (Snoop Dogg…) e riviste (Vogue, Double, Purple, PIN-UP Magazine…). Questo appassionato dell’elusione è sempre stato “affascinato dal dispositivo della vetrina”, come lo formula nell’intervista stampata in un fascicolo, inserito nel libro. Qui sublima, fa vibrare e persino esalta la diversità del suo lavoro e crea il proprio gioco con una sequenza di immagini proprie dello “zapping” televisivo. La sua carriera è un accumulo di creazioni eclettiche e colorate dove “il glam convive con il prodotto di consumo, l’eccezionale con il banale, il bello con il brutto, il troppo serio con il troppo divertente”. Nella sua progressione cromatica, questa prima monografia, ideata con l’aiuto di Beda Achermann alla direzione artistica, assume così le sembianze di un “romanzo campionario”. Un invito a (ri)scoprire il suo lavoro all’incrocio di mondi, ricco di umorismo, eccentricità, sex appeal e “aspri ricordi”.
Nathalie Dassa
PLAY, Edizioni RVB Books,162 pagine, 108 fotografie a colori, 38 €