5.000 m2 di corridoi e stanze luminose, tunnel, sculture al neon… Ecco l’hangar Pirelli trasformato in un labirinto di luci. Un luogo ideale per sperimentare la ricerca multimediale, avviata da Bruce Nauman a metà degli anni ’60 che fa interagire la percezione visiva, corporea, luminosa e sonora dello spazio. Organizzata in collaborazione con la Tate Modern di Londra e lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la mostra riunisce trenta opere fondatrici dell’artista. Vengono svelate le strategie messe in atto dal maestro della destabilizzazione e dei vincoli: la resistenza in Performance Corridor (1969) o in Walk in Contrapposto (1968), la meraviglia in Green Light Corridor – un corridoio ridotto alla sua più stretta espressione inondato di luce verde fluorescente (1970), la perdita di riferimenti in Double Wedge Corridor with Mirror (1970) o in Dream Passage with Four Corridors (1984)…
Destinate a portare a una maggiore consapevolezza dei limiti della nostra corporeità, queste opere, costituite da percorsi al contempo fisici, sensoriali ed emotivi, sono più da percorrere, sperimentare che non da contemplare. Tuttavia, Bruce Nauman si è spinto oltre: realizzato a Milano nel 1971 e ricostruito qui per la prima volta, Funnel Piece sfrutta strumenti di sorveglianza elettronica, come le telecamere a circuito chiuso, per esplorare le reazioni dei visitatori quando scoprono di essere ripresi e sorvegliati… Più poetico, Dream Passage with Four Corridors (1984) mette in scena corridoi e oggetti quotidiani (tavoli, sedie) sotto luci fluorescenti per creare un “ambiente domestico onirico” mentre in Mapping the studio (2001), la disrupzione diventa più pittorica: svelate per mezzo di sette videoproiettori, le immagini dello studio dell’artista, alterate o restituite secondo variazioni cromatiche, provocano nello spettatore voyeur una sensazione di dislocazione spaziale e temporale veramente inquietante…
Fino al 25 febbraio
Pirelli Hangar Bicocca
Via Chiese 2, Milano
Stéphanie Dulout