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NOMURA DÀ UN NUOVO SIGNIFICATO ALLA PLASTICA

L’artista di Tokyo brucia e perfora oggetti di plastica in una miriade di buchini che lasciano filtrare la luce, creando nuove trame per scintillanti opere d’arte.

© Nina Nomura

Nina Nomura compie piccoli miracoli formali con questo materiale a lungo acclamato dalla società del XX secolo, prima di rivelarsi del tutto dannoso per l’ambiente. L’artista giapponese di 29 anni, laureata in spatial design alla Kuwasawa Design School, gli dà nuova vita.

Armata di un saldatore e di una maschera alimentata ad aria, brucia tutti i tipi di dispositivi, prodotti e oggetti di plastica della vita quotidiana, creando molteplici fori che lasciano filtrare la luce. La perforazione rivela quindi l’origine di questo materiale da dove emergono cellule luminose che gli conferiscono l’aspetto di strutture molecolari.

La sua mostra più recente “Life Through Holes” ha presentato un’installazione domestica, composta da un frigorifero, un tavolo e quattro sedie, con utensili da cucina e confezioni di prodotti. Il rendering è impressionante e ci immerge in un ambiente immaginario, magico o congelato. Scintillanti aperture che, viste da vicino, sembrano cristalli di diamante.

© Nina Nomura

Un processo meticoloso

Il lavoro di Nina Nomura ci incoraggia quindi a interrogarci sulle origini di questo materiale, sul modo in cui lo usiamo quotidianamente e sul suo impatto sul pianeta.

© Nina Nomura
© Nina Nomura

La plastica è ricavata dal petrolio”, ricorda “Questo combustibile fossile si è formato dalle carcasse di organismi marini, come plancton, alghe, batteri. Nel corso di milioni di anni di calore e pressione intensi sulla Terra, questi resti si sono trasformati in sostanze ricche di carbonio da cui dipendiamo come materie prime per il carburante e un’ampia varietà di prodotti”.

I suoi progetti, tuttavia, non intendono rallentare o modificare le conseguenze catastrofiche della plastica. Come dice lei, il materiale, scomposto in “minuscole particelle”, continua a diffondersi “fino agli angoli più remoti del nostro pianeta, al nostro sistema digestivo e a quello delle creature che si nascondono nelle profondità dell’oceano”. Il suo meticoloso processo cerca innanzitutto di poterne identificare l’origine per meglio trovargli un nuovo ciclo di vita più naturale.

https://www.ninanomura.com/

Nathalie Dassa