Questo mago della linea veste le superfici e gli spazi per meglio ricomporli a suo piacimento, modificandone le forme attraverso le nostre percezioni, che rimangono impigliate nelle sue reti.

Affascinato da tempo dalle costruzioni impossibili di MC Escher, ha avuto l’idea di sfruttare i tracciati che disegnava spontaneamente fin dall’infanzia, durante gli studi all’Otis College of Art and Design di Los Angeles (2012-2016), per esplorare nuove dimensioni aprendo infinite possibilità. Da allora i suoi nastri adesivi creano nuove topografie.

Quando li fa scorrere dal pavimento al soffitto, lo spettatore diventa attore attraversando fisicamente gli spazi immersivi creati ex novo. Con una consumata arte dell’illusione, i suoi chevron alterano le prospettive e giocano con le nostre menti, che imprigionano nel loro labirinto. Direzione, distanza e scala sono le variabili di un’equazione che dà origine a un nuovo universo, che si dispiega in modo quasi organico. L’Op Art di Darel Carey può essere apprezzata come un’esperienza che ci invita a cambiare il nostro punto di vista.

Sophie Reyssat