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LA MAGIA DI RAPA NUI

Meglio conosciuta come Isola di Pasqua, in seguito alla sua scoperta da parte degli europei nel 18° secolo, questa terra sperduta in mezzo al Pacifico non smette di affascinare i suoi esploratori.

 

@Sophie Reyssat

Giganti che possono superare i 10 metri di altezza, i suoi circa 900 Moai sono i muti guardiani di segreti ben custoditi, quello dei Polinesiani sbarcati qui intorno al 1200. Secondo la leggenda, il re fondatore Hotu Matu’a sarebbe stato il primo a mettere piede sulla sabbia bianca della bella spiaggia di Anakena. Sotto il loro cappello di tufo vulcanico – il pukao -, tanto rosso quanto è scuro il loro corpo, guizzano le loro ampie orbite, un tempo bordate di occhi di corallo bianco con pupille di tufo o di ossidiana, verso i visitatori affascinati. L’intera isola emana un’atmosfera mistica.

 

@Sophie Reyssat

Dalla cima del monte Terevaka – poco più di 500 m sul livello del mare per questo giovane vulcano di 300.000 anni – lo sguardo segue le dolci curve degli antichi coni ornati da un manto d’erba increspato dal vento, punteggiato qua e là da qualche albero. Abbraccia tutti i 164 km2 di coriandoli, fino alla punta del vulcano Poike di 3 milioni di anni fa. Da Hanga Roa, la tranquilla capitale, si può raggiungere a piedi l’imponente cratere di Ranau Kau, largo 1600 m e costellato di laghi ricoperti di giunchi – la totora – dai colori cangianti come il cielo. Un’insenatura si apre verso il mare, nel suo ripido bastione di 300 metri, su cui scalarono i pretendenti al titolo di uomo-uccello.

 

@Sophie Reyssat

Ad agosto hanno sfidato le terribili correnti per nuotare verso l’isolotto di Motu Nui, per riportare indietro il primo uovo di uccello. Un viaggio altamente simbolico, condotto dal villaggio cerimoniale di Orongo, le cui case basse di basalto furono costruite a partire dal XVII secolo, sul ciglio della rupe battuta dai venti. I rapuani avevano quindi abbandonato il culto dei Moai, di cui quasi 400 statue dormono ancora nella loro cava, scavata nei fianchi del vulcano Rano Raraku. Ai suoi piedi si trova il sito più imponente e meglio restaurato: ahu Tongariki, le cui quindici effigi si ergono su una piattaforma lunga 200 metri.

@Sophie Reyssat

La loro silhouette si staglia nell’ombra cinese contro il cielo infuocato dal sole nascente. Uno spettacolo indimenticabile che fa fermare il tempo.

Sophie Reyssat