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NO MAN’S TIME, IL SUBLIME DELLA ROVINA

Fino al 19 novembre la galleria Esther Woerdehoff presenterà l’opera poetica di Thomas Jorion, “No Man’s Time”. Una serie in cui il fotografo si interroga sulla bellezza di questi luoghi, alimentati dall’influenza sempre più avvincente della natura. Cinema, fabbriche, palazzi, queste rovine fotografate in grande formato evocano costruzioni titaniche che, per la maggior parte, non sono mai state completate. Rovine che sembrano materializzare il peccato di hybris, quel peccato di eccesso e di orgoglio additato dagli antichi Greci, denunciando poi gli umani che vogliono misurarsi e superare gli dei. Un’arroganza che qui si concretizza in ambizioni architettoniche senza conclusione. Per la prima volta, questi scatti sono accompagnati da sculture ispirate a questi stessi luoghi che prendono vita attraverso undici scatti. Un modo per catturare una forma nello spazio, mettendo in risalto il materiale preferito del fotografo, il cemento.

©Thomas Jorion
©Thomas Jorion

Fotografo francese classe 1976, Thomas Jorion vive a Parigi e viaggia per il mondo per creare i suoi paesaggi singolari e senza tempo. Fotografo autodidatta, realizza le sue immagini con luce naturale utilizzando una fotocamera analogica di grande formato. Cattura luoghi in rovina o abbandonati e ci fa riscoprire e immaginare la loro gloria passata, in un’epoca passata.

©Thomas Jorion

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Lisa Agostini