María María Acha-Kutscher riscrive la Storia. Che si tratti di collage fotografici in bianco e nero o di grandi disegni che riprendono l’estetica dei fumetti degli anni ’70, rettificarla rimane la sua principale preoccupazione. Descrivendosi come un’artista femminista, questa artista cilena con vive a Madrid, realizza progetti a lungo termine che esplorano la costruzione culturale della nozione di femminilità ed evidenziano le lotte contro la discriminazione di genere.
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Così, dal 2010 lavora su Womankind con l’obiettivo di ripensare il modo in cui le storie di donne sono state costruite e rese visibili, sullo sfondo di discorsi egemonici e patriarcali, dall’invenzione della fotografia. Per fare ciò, ricrea, mediante collage fotografici digitali, immagini d’archivio con finalità diverse ma che contribuiscono a creare un mondo parallelo: a volte i protagonisti si trovano in atteggiamenti contraddittori rispetto a quelli della storia dell’arte (Womankind. 365 days; Persévérance); a volte svolgono i compiti che tradizionalmente erano loro assegnati ma spostate in case diroccate (Womankind.Derruidas); a volte, infine, troviamo queste donne, qualificate come “radicalizzate”, in scene di interni dall’estetica volutamente romantica e che possono sembrarci così banali da non sospettare che si tratti di un montaggio (Womankind.Saudade). Attraverso questa costellazione di immagini e personaggi, María María Acha-Kutscher offre un nuovo paesaggio visivo, più complesso e sfumato, dove le lotte politiche femministe e gli spazi intimi vengono riabilitati.
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Flora Fettah