


Utilizzato nell’artigianato della Transilvania orientale, l’amadou ha trovato nuova vita nelle mani della designer Mari Koppanen. Tradizionalmente utilizzato per la sua somiglianza con il daino, una volta trattato, e utilizzato nella fabbricazione di borse o cappelli, questo strano materiale si inserisce nella collezione di mobili “Fomes”. Si compone di due sedili dalle forme generose che evocano quelle di un fungo, in legno e rivestito di lana e del famoso amadou. “Non credo che si possa paragonare direttamente l’amadou alla pelle animale. Penso che sia un materiale a sé stante. Non solo per le sue qualità performative, ma per il suo valore storico culturale” specifica la creatrice.
Lisa Agostini