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DUNE VARELA

Le cicatrici dell’immagine

Immagini strappate, accartocciate, levigate, lacerate, cucite… Frammenti, reliquie, vestigia…

Intrecciando i tempi della creazione dell’immagine, dalla sua distruzione alla sua metamorfosi e fondendo lo sfondo (il soggetto) e la forma in un sorprendente processo di contaminazione metonimica (il contenuto che diventa contenitore), le fotografie di Dune Varela creano un disordine percettivo.

© Dune Varela
© Dune Varela

Dettagli di antiche statue stampate su marmo, vecchie fotografie di templi stampate su pietre rotte o montate su lastre di alluminio e crivellate di proiettili… Non sappiamo in queste immagini di rovine in rovina, cancellate, trafitte, lacerate…, alterate dal gesto dell’artista plastica, dopo aver attraversato il tempo, se le loro stimmate sono del passato o del presente, se sono nell‘immagine o sull‘immagine…

Percependo l’immagine stessa come una reliquia, come una rovina, la fotografa sembra voler appropriarsi, mimare il processo del tempo imprimendo – fin dall’alba dei tempi – sulla pietra le sue cicatrici, “sculture” geologiche in antichi monumenti soggetti all’erosione e alla distruzione.

© Dune Varela

 “Fotografie di vestigia, vestigia di fotografia” 1, le immagini si basano su una contaminazione dell’oggetto fotografato (templi, statue antiche e altre rovine), nella matrice dell’opera, come un’incorporazione dell’oggetto rappresentato all’immagine, alla sua rappresentazione. Un mimetismo che, lungi da una ricerca puramente estetica, può essere palesemente vero. Così immagini del Tempio di Bel a Palmira, prima della sua distruzione da parte dello “Stato islamico”, stampate su pietre spezzate… O sbarre di edifici stampate sul cemento prima di essere in parte carteggiate. O anche un volto sostituito da un’aureola nera su una barca di profughi…

Vestigia

Una mise en abyme di distruzione ma anche di tempo, i frammenti di questo immaginario archeologico, come manufatti, false vestigia di un immaginario museo lapidario, sono richiami. Stampate su marmo o ceramica, le fotografie diventano sculture, sono pietra, sono gesso, diventano materia… “Restituire materialità all’immagine”, questa è infatti la sfida principale di questo lavoro a metà strada tra archeologia e fotografia (due invenzioni del XIX secolo) e scultura.

© Dune Varela

Stampando frammenti di schermate su pezzi di ceramica o vecchie stampe alterate su lastre di vetro, Dune Varela porta alla luce immagini che poi riesce a sovrapporre come tanti strati archeologici per perderci negli strati del tempo.

Mari squarciati e iceberg alla deriva ricuciti, incendi, esplosioni e altre scene di cataclisma stampate su tela di lino, con grande poesia, un’altra storia del tempo: quella della riparazione. Le immagini cucite raccontano tutte le nostre fragilità.

  1. Michel Poivert, Contre-culture dans la photographie, ed. Textuel
  2. Opera finalista del concorso Talenti contemporanei della Fondazione Schneider

Parigi – Francia

@poush

dunevarela.com 

Stéphanie Dulout