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PERFORMANCE CHE VANNO OLTRE AL VESTITO

Una sfilata è sempre un appuntamento imperdibile per scoprire le ultime tendenze di un brand.

© Moncler
© Moncler

Da anni la presentazione si fonde con la cultura per offrire momenti pieni di poesia tra creazione e performance. Ogni anno i grandi nomi della moda si sfidano con idee e inventiva per regalare agli ospiti un istante sospeso. Ma con l’emergere dei social network, un nuovo fenomeno sta rispolverando il classico svolgimento di una sfilata di moda per attirare l’attenzione e diffondere così un messaggio istantaneo in tutto il mondo: la performance  scenica e artistica.

Conosciamo tutti le magiche performance dietro le passerelle di Saint Laurent. Una maison che propone, ogni stagione, una scenografia spettacolare ai suoi invitati. Pochi giorni prima di ogni Fashio Week di Parigi, tutti gli occhi si rivolgono a Place du Trocadéro per individuare il tema o la struttura che ospiterà l’ultima collezione. Dalle gigantesche cascate nel centro di Parigi alla realizzazione di una tipica piazza parigina quest’anno, il brand viene costantemente innovato per sorprendere i suoi spettatori che presto trasmetteranno immagini che faranno il giro del mondo in pochi minuti come la presentazione di Homme dans le désert dello scorso luglio.

© Dolce & Gabbana
© Marc Domage – Embodying Pasolin

Ma il marchio francese non è l’unico a provare la tecnica della performance per conquistare i clienti. In Italia citiamo Dolce & Gabbana e le loro maestose sfilate, Alta Moda, che si svolgono in luoghi eccezionali come quello del 2019, nel Tempio della Concordia, in Sicilia, o anche la storica scenografia di quest’anno a davanti al Duomo di Siracusa per un momento senza tempo. Per non parlare del gigantesco spettacolo di Moncler, che ha festeggiato i suoi 70 anni in piazza Duomo a Milano, con ben 700 ballerini, 200 musicisti, 100 coristi e 952 modelli, ovvero un cast di 1.952 persone corrispondente all’anno di creazione del marchio.

Per Coperni, Sébastien Meyer, appassionato di tecnologia, e Arnaud Vaillant, hanno proposto ai loro invitati un momento di pura poesia con Bella Hadid. Il 30 settembre si sono accese le luci su questa sfilata con l’abito spray. Un simpatico cenno all’indimenticabile sfilata del 1999 del brand inglese Alexander McQueen, durante la quale a una modella che indossava un abito bianco, è stata spruzzata della vernice per un risultato spettacolare, questa non sarà mai commercializzata come l’abito disegnato da Coperni.

© Coperni
© Saint Laurent

Di recente, sono stati Tilda Swinton e l’ex direttore del Palais Galliera, Olivier Saillard, a proporre alla Fondazione Sozzani un’affascinante performance tra brani d’archivio e un dialogo creativo articolato in più atti. Un progetto sperimentale che non fa mai indietreggiare l’attrice scozzese, che riesce, attraverso la sua aura, a catturare l’attenzione con una teatralità senza pari, condividendo così un omaggio ai film di Pasolini e alle varie creazioni dei suoi capolavori cinematografici. Man mano che lo scambio procede, gli abiti vengono posati come opere d’arte su Tilda Swinton che trascende il discorso con leggerezza e grazia.

Happenings e condivisioni culturali che avranno soprattutto fatto crescere la community di questi brand, perché ormai l’industria della moda è più forte dell’abbigliamento stesso, sapendo che in generale verrà prodotto solo il 10% degli abiti presentati. La sfilata diventa a sua volta il prodotto di un flusso di immagini che viene istantaneamente condiviso sui social network e che servirà per reclutare nuovi iscritti che diventeranno a loro volta clienti ai quali i brand venderanno piccoli pezzi o accessori e altri gadget .

Thomas Durin